Storia

I racconti del partigiano Nello: il passaggio del fronte in Maremma

GAVORRANO – Erano i giorni intorno alla metà di giugno di 73 anni fa. Si era intenti alla “segatura” del grano e stava sorgendo il sole, quando dalla strada delle Strette, che dall’Ampio unisce la Castiglionese alla Statale Aurelia all’altezza del Grilli, spuntò una colonna militare. L’allarme si diffuse rapidamente da un podere all’altro, e poiché da lontano non era possibile distinguere la nazionalità, ci gettammo tutti nella vicina macchia osservando i movimenti dei militari che procedevano in fila indiana. Il timore era che fossero tedeschi in ritirata dai quali ci si poteva aspettare di tutto.

Era molto difficile farsi concrete aspettative su come si sarebbe verificato il passaggio del fronte, che all’epoca accupava i nostri pensieri. I ricordi di alcuni andavano alla guerra precedente: il terreno conteso palmo a palmo, fili spinati, carneficine.  Sembravano esagerazioni ma persisteva il timore di potersi trovare presi in mezzo fra i tedeschi in ritirata e gli alleati, una eventualità che non poteva essere esclusa. Non era possibile avere notizie precise su quello che avveniva anche solo a pochi chilometri, ma si era intuito che gli alleati erano ormai a nord di  Grosseto e quindi la colonna in marcia poteva rappresentare l’atteso passaggio del fronte.

Sapevamo che in trasito vi erano sicuramente anche tedeschi. Qualche giorno prima, nella stessa strada delle Strette, una colonna di carri da trasporto tedesca, costretta a nascondersi  nel bosco durante il giorno, per evitare le incursioni dell’aviazione alleata, era stata segnalata al comando partigiano di Tirli e da questi, tramite il radiotelegrafista, al comando alleato in Corsica. Quando ripresero la marcia, verso l’imbrunire,  vennero sottoposti ad un  mitragliamento  improvviso di 4 caccia alleati. Il volume di fuoco di questi  aerei, dotato ciascuno di otto mitragliatrici, fu una cosa spaventosa e impressionante che provocò una carneficina specie di cavalli. Dopo questa batosta sembrava difficile che si mostrassero ancora in pieno giorno, e che fossero loro i militari in movimento.

Poiché al tramonto della sera precedente era avvenuto un’intenso cannoneggiamento a ridosso del paese di Giuncarico era anche verosimile che fossero gli alleati. Tutti eravamo in attesa di qualcosa di nuovo.

Quando la colonna in marcia venne a trovarsi al nostro fianco e si dirigeva verso il paese di Caldana  un amico del podere più vicino al passaggio della colonna urlò SONO AMERICANI.

Dopo alcuni attimi  di euforia, con mio fratello decidemmo di andare a vedere. Non fummo abbastanza veloci. La colonna quando giungemmo sul posto si era già allontanata, ma il nostro amico ci assicurò che erano veramente Americani, che lo avevano salutato chiamandolo paesano (“Paisà” questa era la parola che veniva usata dagli americani).

Nella tarda mattinata venne occupato il paese di Caldana con grandi festeggiamenti dove il vino la fece da padrone, ma anche ortaggi freschi come cipolle sedano ecc… venivano graditi. Alcuni giorni dopo scoprii il perché, quando passando accanto ad un accampamento vidi i loro rifiuti costituiti soprattutto da scatolette. Loro offrivano sigarette cioccolate e biscotti. Ricordo che un uomo, che veniva chiamato Siena per le sue origini, faceva l’allevatore di maiali e arrivò a rifornire gli alleati  anche di un prosciutto. Era uno dei più entusiasti e di continuo urlava un misterioso slogan”è arrivato Gaibbe”. Nessuno seppe mai chi fosse questo immaginario Gaibbe, forse per lui significava la liberazione.

Ecco una piccola storia con la s minuscola ma nel loro insieme servono a comprendere meglio anche la Grande Storia con la S maiuscola

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