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Orbetello al centro delle crociere aeree: il racconto in un libro

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Idroscalo Orbetello
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ORBETELLO – Esattamente 86 anni fa, nel 1933, l’allora Ministro della Regia aeronautica italiana, Italo Balbo, compiva per la prima volta nella storia e al mondo la doppia traversata aerea di massa dell’Oceano Atlantico del Nord: 24 grossi idrovolanti Savoia Marchetti S.55 X con 100 uomini di equipaggio presero il volo da Orbetello arrivarono fino a Chicago e a New York, con grande ammirazione del mondo intero, e ritornarono al lido di Ostia. Percorsero 19.900 km in 13 tappe, e volarono per circa 97 ore complessive.

L’impresa era il culmine di un susseguirsi di imprese aviatorie, note come le crociere aeree di massa, che Balbo volle per far passare l’Italia da una fase sperimentale di volo, in cui la riuscita dipendeva dalle doti del singolo pilota, meccanico o progettista, ad una fase operativa che trasformasse quei difficoltosi percorsi in voli effettuati da normali apparecchi militari.

Nel 1928 la Crociera aerea del Mediterraneo occidentale (Italia – Spagna) del generale De Pinedo, 61 idrovolanti su 2.804 Km, 200 uomini; nel 1929 la Crociera aerea del Mediterraneo orientale (Italia – Ex Unione Sovietica) sempre con De Pinedo, 35 idrovolanti su 4.667 Km, 180 uomini; nel 1930-1931 la Crociera aerea dell’Atlantico del sud (Italia – Brasile) condotta dall’ormai ministro dell’Aeronautica Balbo, 12 idrovolanti su 10.400 Km. Nel 1933 ecco la Crociera del Decennale.

Sabato 22 giugno alle 16, nella Sala espositiva in piazza della Repubblica, si parlerà proprio di crociere aeree di massa, in occasione della presentazione da parte dell’autore del libro “Le comunicazioni radio nella Crociera aerea del decennale. Strumentazioni e infrastrutture della Seconda crociera atlantica – 1933”. Relatore Fabrizio Chiaramonte, autore del libro nonché nipote del trasvolatore Francesco Chiaramonte, medaglia d’argento al valore aeronautico, che partecipò a quell’epica impresa in qualità di radiotelegrafista dell’apparecchio I-RECA, e che mise poi radici ad Orbetello sposando nel 1935 Dina Falchi e avendo il suo primo figlio Salvatore. Il religioso celebrante il matrimonio era monsignor Carlo Ferrari, parroco di Orbetello, colui che benedisse gli equipaggi prima della partenza della Crociera del decennale.

Il libro di Chiaramonte tratta di tutta la complessa organizzazione che venne messa in piedi ad Orbetello, all’interno della scuola Nadam (Navigazione aerea d’alto mare), in più di due anni a supporto della trasvolata di Balbo: furono allestite 16 basi terrestri e 16 basi navali, furono normati i servizi radio e meteo, furono aggiornati gli idrovolanti e le strumentazioni di bordo, furono addestrati gli uomini in maniera meticolosa; la grande sfida era infatti percorrere la traversata dell’Atlantico del nord da Reykjavik (Islanda) a Cartwright (Canada) che era ricca di nebbie fitte e persistenti, e per cui si doveva effettuare il volo cieco, cioè solamente attraverso l’ausilio delle strumentazioni e della radio di bordo.

“Ancora una volta – commenta l’autore – la cittadina di Orbetello viene ricordata come importante base logistica aeronautica della prima metà del secolo scorso, ma ancora di più come centro organizzativo per le epiche imprese della giovane Aeronautica italiana”.

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