CASTELL’AZZARA – L’eredità di Alberto Manzi vive nei teatri grazie allo spettacolo “Non è mai troppo Manzi”portato in scena dalla giornalista Silvia Mobili e dall’attore Emilio Celata. Lo spettacolo è previsto per sabato 24 alle 17,30 a Castell’Azzara.
“Non è mai troppo Manzi. Storia di un’Italia e di un Maestro che le insegnò a imparare” è lo spettacolo teatrale che continua il suo viaggio nei teatri italiani, omaggiando la figura di Alberto Manzi, l’uomo che ha rivoluzionato l’educazione con la forza gentile dell’insegnamento.
Nato da un’idea della Consulta per il sociale di Pitigliano e valorizzato dal Teatro Boni di Acquapendente, lo spettacolo racconta il pensiero e la vita di un maestro capace di cambiare il Paese. Il suo messaggio, più attuale che mai, viene restituito al pubblico attraverso una narrazione scenica originale e coinvolgente.
«Protagonisti sul palco Silvia Mobili, giornalista di Radio Capital nota per la sua verve brillante, ed Emilio Celata, attore simbolo del Teatro Boni, apprezzato per uno stile interpretativo dirompente e contemporaneo. Una coppia artistica già rodata e applaudita in diverse occasioni, capace di dare voce e corpo all’eredità educativa di Manzi. In questa tappa lo spettacolo si arricchisce della partecipazione del coro dei ragazzi della scuola secondaria del plesso scolastico di Castell’Azzara, coadiuvato dalla professoressa Georgia Iaconetti».
«Lo spettacolo ripercorre la vicenda umana e culturale del Maestro attraverso parole, immagini e musica, ma anche attraverso l’ironia, perché — come Manzi insegnava — educare non è indottrinare, ma aprire finestre, creare pensiero, dare strumenti. “Non è mai troppo Manzi” più che uno spettacolo è un invito ad ascoltare la lezione di un uomo che ha fatto della scuola un luogo di libertà, e dell’alfabetizzazione un atto rivoluzionario e come Amministrazione Comunale, grazie alla collaborazione della ProLoco, siamo orgogliosi di ospitare nel nostro territorio e invitiamo la popolazione a partecipare» afferma il sindaco di Castell’Azzara Tullio Tenci.