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Le “erbacce” che possono essere utili: al casale di Giannella si impara a raccogliere la natura

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casale spagnolo WWF Giannella
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GROSSETO – Quando si divise dai progenitori delle grandi scimmie, l’uomo per 7 milioni di anni visse di caccia e raccogliendo erbe e frutti spontanei. Poi, circa undicimila anni fa, cominciò a prodursi da solo il cibo che gli serviva, domesticando animali e piante e trasformandoli in bestiame e coltivazioni. Tutte le piante coltivate, un tempo erano selvatiche: l’uomo cominciò a selezionare e riprodurre le piante che producevano più frutti, quelle più resistenti o che avevano un sapore migliore.

E mentre le piante domesticate diventavano sempre più belle, più buone e più nutrienti, quelle spontanee cominciarono ad diventare per l’uomo-agricoltore l’estraneo indesiderato, nel posto sbagliato, le erbacce da estirpare. Ma nella storia delle popolazioni queste sono rimaste importanti nell’alimentazione, nella cosmesi e nella medicina (e nella magia); purtroppo lo strapotere dell’agricoltura industriale e del commercio massificato hanno distrutto conoscenze, competenze e tradizioni popolari. La banalizzazione indotta ha allo stesso tempo risvegliato bisogni di nicchia, di qualità, di ecologia nel cibo, e di curiosità verso i sapori antichi.

Il prossimo sabato 24 novembre, alle 14, al Casale WWF Giannella con Serenella e Nino, autori del libro pluripremiato “Erbacce”, andremo nei campi circostanti il Casale a riconoscere e a raccogliere le erbe spontanee “mangerecce”, con le quali poi prepareremo una cena per gustare il loro sapore. Alla fine della giornata non avremo certo acquisito le competenze dei nostri nonni, ma probabilmente avremo capito qualcosa di più sul rapporto fra territorio e cibo e forse ci saremo riappropriati di un pezzettino della nostra storia.

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