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“La mafia non è più quella di una volta”: il regista Franco Maresco presenta il suo film

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FOLLONICA – Meglio di così non poteva cominciare la nuova stagione del Piccolo Cineclub Tirreno di Follonica. Sabato 23 novembre tutto esaurito e grandi applausi per i due grandi attori Silvia d’Amico e Daniele Parisi, che hanno presentato ai tanti appassionati il film “L’ospite” proposto in prima visione a Follonica.

Venerdì 29 novembre alle 21.30 in programma un’importante anteprima provinciale. Sarà presentato il film vincitore del Gran Premio della Giuria all’ultimo festival di Venezia, “La mafia non è più quella di una volta”. Il grande regista palermitano Franco Maresco introdurrà alla visione del film con una videopresentazione.

«Nel film precedente, Belluscone, raccontavo i giovani sottoproletari che intendevano la parola “carabiniere” come un insulto – interviene Franco Maresco -. Oggi non c’è nemmeno più questo problema. E non perché sia penetrata chissà quale cultura della legalità. I ragazzi ti rispondono: “Mi piacerebbe fare il killer, ma se non posso, anche il carabiniere va bene”. Tanto sono comunque eroi da fiction, di un super-Blob».

Il trailer del film: https://www.youtube.com/watch?v=aV1VjSieCzM

«La mafia non è più quella di una volta è un’esperienza che tocca la passione per il cinema e quella civile, senza smettere di far ridere.
Risate a raffica in sala, ma a denti stretti: l’ultimo italiano in concorso a Venezia è Franco Maresco, per autodefinizione il più marginale, periferico e fuori-sistema dei nostri autori, che finalmente – dopo molte ‘ospitate’ nelle sezioni collaterali – la Mostra ha il fegato di piazzare in gara. “La Mafia non è più quella di una volta” altro non è che l’ultimo approdo dell’ironia dissacrante che partorì trent’anni fa “Cinico tv”, firmata dal regista palermitano insieme a Daniele Ciprì. Dopo la Rai3 di allora, Maresco non ha più avuto accesso alle Reti di Stato». Così Teresa Marchesi dell’Huffington Post.

«Perché la mafia non è più quella di una volta? Perché oggi anche la mafia è un brand. Una griffe, una “firma” sul mercato. E brand devono così apparire Falcone e Borsellino, stampati su t-shirt e festoni, su fogli e teli. La contraddizione che Maresco mette in scena come nessuno quindi risuona: lo Stato, che a propria volta riproduce l’icona “Falcone e Borsellino” facendola circolare come “firma” della legalità, partecipa del brand? (…) Tutti i personaggi del film, dall’indomabile testimone/fotografa Letizia Battaglia all’inossidabile imprenditore di feste di piazza Ciccio Mira, sono le figure di una società civile sperduta nel labirinto capitalistico del brand. Dove verità e menzogna, buona e cattiva fede, si sciolgono e si confondono l’una nell’altra. (…) E a proposito di brand, è assolutamente giusto e importante, come ‘La mafia non è più quella di una volta’ sia distribuito dall’Istituto Luce di Roberto Cicutto, perché, oltre al riconoscimento artistico veneziano, se c’è un film civile e di servizio, ebbene eccolo qui, lo è proprio quest’ultimo grande film, ideato e diretto da Franco Maresco». Così Flavio De Bernardinis di repubblica.it.

 

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