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La Libreria delle Ragazze presenta “Dalla parte di lei” di Alba de Céspedes

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GROSSETO – È in programma per 30 settembre alle ore 18 l’incontro letterario su “Dalla parte di lei” di Alba de Céspedes, a cura di Donatella Borghesi. Letture di Elena Barusco e Paola Marchini.

Salutato come la riscoperta di una grande scrittrice, “Dalla parte di lei” di Alba de Céspedes torna in libreria dopo decenni. «Storia di un grande amore e di un delitto» – come lo definì la stessa autrice – uscì nel 1949, quando la scrittrice si era già affermata con “Nessuno torna indietro”. Alba de Cespedes voleva misurarsi con la storia d’Italia, erano gli anni della ricostruzione dopo il fascismo e la guerra rovinosa. Protagonista e io narrante è una giovane donna, che si fa avvocata delle donne. Come scrive Melania Mazzucco nell’introduzione, il romanzo è insieme un memoriale e un’arringa, “un monumento impressionante per il suo radicalismo”, oltre che audace esperimento di contaminazione dei generi: diario, novella naturalista, romanzo psicologico, racconto neorealista.

Quando portò il manoscritto al suo editore, lo presentò come “una storia d’amore raccontata dalla parte di lei”, e così nacque il titolo. Alessandra, la protagonista, si rende conto del “sordido destino” delle donne: «Sentivo che era mio compito far qualcosa per le donne, dovevo farlo, a costo di annullarmi». E lo fa, con i colpi di pistola sul marito che le dorme accanto.

Alessandra ama profondamente Francesco. Lui è più grande, è un docente universitario impegnato nella lotta antifascista, per cui perde la cattedra, viene arrestato, passa alla clandestinità. La bolla sentimentale del loro amore si spezza subito contro la realtà. Alessandra ha fame d’amore, che per lei è fatto di parole, ascolto, comunicazione. E lui non l’ascolta, è un “muro” invalicabile. Alessandra non ha strumenti, la sua educazione sentimentale sono state una madre suicida e un padre duro e ottuso. Ed è proprio con un personaggio così fragile ma anche così forte per la sua scelta estrema, che Alba de Céspedes intesse la sua requisitoria contro il potere maschile e contro l’illusione romantica dell’amore, che aveva ingannato generazioni di donne. Un approccio che si ritrova in Natalia Ginzburg, quando parla del “pozzo” in cui almeno una volta nella vita cadono le donne; e nel “sogno d’amore” su cui ha lavorato il pensiero femminista, a partire da Lea Melandri.

Alba fa dire ad Alessandra parole preveggenti, quando si arrende alla condanna: «Credo che se avessi avuto per avvocato una donna mi sarebbe stato facile spiegarmi. Se non era stato possibile farmi comprendere dall’uomo che mi viveva accanto e che amavo con tutte le mie forze, se non avevo potuto parlare con lui, come sarebbe stato possibile con gli altri?».

Alba de Céspedes Figlia del presidente cubano destituito dal dittatore Batista, divenne presto italiana sposandosi giovanissima con un aristocratico romano. Fu poi la moglie di un diplomatico e, nonostante l’appartenenza all’alta società, partecipò alla Resistenza. Era scrittrice eclettica, autrice di testi per il teatro e la radio. Amica di Fidel Castro, non finì mai la storia della rivoluzione cubana, a cui aveva dato il titolo di Con grande amore. Dagli anni Ottanta viveva a Parigi.

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