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La diga di Orbetello: un convegno racconta la strada che cambiò per sempre il territorio

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Foto storica diga Orbetello
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PORTO SANTO STEFANO – Primo evento di questo 2022 al Centro Studi Don Pietro Fanciulli. Giovedì 12 maggio alle 18 è in programma una conferenza su “La costruzione della diga Orbetello-Monte Argentario” in occasione del 180° anniversario della sua costruzione.

Relatori saranno il professor Paolo Passaniti che interverrà sulle bonifiche granducali in Maremma e il professor Gualtiero Della Monaca che ripercorrerà i giorni dell’inaugurazione dell’opera.
La diga di Orbetello è una di quelle infrastrutture che hanno maggiormente influito sulla realtà economico-sociale della zona della bassa Maremma costiera. Voluta da Leopoldo II granduca di Toscana, venne realizzata in meno di due anni grazie al lavoro alacre di qualche centinaio di operai e fu inaugurata, appunto, il 12 maggio del 1842 dallo stesso Granduca che venne, per l’occasione, da Firenze.

Paolo Passaniti, professore di Storia del diritto medievale e moderno nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Siena, è autore di diversi volumi tra cui Filippo Turati giuslavorista. Il socialismo nelle origini del diritto del lavoro, con il quale ha vinto il Premio Matteotti nel 2010; di recente ha pubblicato con Giappichelli Mezzadria. Persistenza e tramonto di un archetipo contrattuale (2017) e con Giuffrè Francis Lefebvre Il diritto cangiante. Il lungo Novecento del paesaggio italiano (2019).

Il suo intervento riguarderà le politiche dell’ultimo granduca Leopoldo II che rilanciò gli interventi di bonifica già iniziati da Pietro Leopoldo di Lorena. La diga non fu un intervento estemporaneo, inserendosi in un quadro di grande attenzione per il destino della Maremma. Frequenti furono i viaggi dell’ultimo Granduca in una terra da riscattare dal degrado ambientale in modo tale da creare le condizioni per lo sviluppo agricolo e la formazione di una classe di cittadini. Il territorio da trasformare come premessa del decollo civile. Un nesso che si può individuare anche nel rapporto tra la diga e la costituzione del comune di Monte Argentario.

Gualtiero Della Monaca, presidente del Centro Studi Don Pietro Fanciulli e direttore scientifico della rivista culturale “L’Argentariana”, è uno storico-ricercatore autore di molti libri inerenti alla storia del territorio della Costa d’Argento. Tra questi ricordiamo La ferrovia Orbetello-Porto S. Stefano. Storia e immagini del trenino Baccarini, con il quale ha vinto il Premio letterario “Grosseto scrive” nel 2014; sue pubblicazioni più recenti: Orbetello, una capitale senza Stato (2018), 1557-1815 Reali Presidi di Toscana (2021), Quel che poteva essere e non è stato… (2022), editi dalla casa editrice Effigi di Arcidosso.

Nel suo intervento Della Monaca metterà in evidenza i benefici che comportò la realizzazione della diga attraverso la laguna, che non solo metteva in comunicazione diretta i porti dell’Argentario con Orbetello, ma permetteva agli abitanti del centro lagunare di usufruire delle acque sorgive del promontorio risolvendo finalmente il problema dell’approvvigionamento idrico di cui da sempre soffriva la città.
L’inaugurazione coincise con le tradizionali feste di San Biagio, patrono protettore di Orbetello, e nell’occasione il Granduca annunciò ufficialmente la nascita della nuova comunità di Monte Argentario, che comprendeva Porto S. Stefano e Porto Ercole. Come indennizzo per la perdita dei due “comunelli”, Orbetello ricevette in cambio quello di Capalbio, staccato a sua volta dalla comunità di Manciano.

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