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Incontri con Praga: mostra di pittura al Cassero senese

Evento Terminato

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Cassero - Mura medicee 2020
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GROSSETO – Si intitola Incontri con Praga la mostra di pittura con i quadri di Garmano Paolini in mostra al Cassero senese di Grosseto dal 4 al 25 giugno. La mostra sarà aperta dal martedì al sabato con orario 16-19.

«L’idea iniziale di questo progetto espositivo è nata nel 2010, durante la mia presenza alla mostra collettiva 8 artisti nella Maremma Toscana, organizzata dall’Associazione Primavera Maremmana e gentilmente ospitata dall’Istituto Italiano di Cultura di Praga» afferma l’autore.

«Già nel 1995 avevo dedicato alla capitale boema una prima serie di lavori, Praga- Ritratto di una città, presentata a Palazzo Patrizi di Siena con testo critico di Mario de Micheli e portata successivamente in altre gallerie e sedi italiane. Dedicare una nuova personale a Praga si proponeva dunque come una stimolante prospettiva di tornare in modo nuovo e con nuovi strumenti su un tema che mi era caro. Nell’autunno del 2013, grazie alla disponibilità del direttore Giovanni Sciola, ho avuto, quindi, nuovamente la possibilità di esporre nella cappella Barocca e nei contigui spazi dell’istituto una mostra personale comprendente circa sessanta opere, documentate dal catalogo Incontri con Praga, con testo critico di Davide Sarchioni» prosegue Paolini.

«La decisione di mantenere negli anni il più possibile integro il corpus principale della mostra è nata dal desiderio di trovare un’occasione per riproporla in Italia; occasione che oggi si concretizza, grazie all’Istituzione Le Mura, al Cassero della Fortezza medicea di Grosseto».

«Negli oli oggi esposti nelle sale al piano terreno del Cassero, erano entrati i colori della città che in quegli anni sempre più si stavano imponendo e che avevano preso il posto di certi toni grigiastri dovuti all’abbandono dei decenni passati; insieme a questo, il mistero di alcune immagini notturne nei cui vuoti silenzi (ancora oggi basta allontanarsi da Ponte Carlo e dalla Karlova per poterli scoprire) sembrano riaffiorare sfuggenti apparizioni dal passato. Nella Sala dei matrimoni trova collocazione la serie dei light box con la quale avevo cercato nuove e sperimentali possibilità comunicative».

«Le sei opere nascono dalla percezione che il carattere evocativo di un luogo è costituito non solo dall’aspetto puramente visibile ma anche da una dimensione che può essere letteraria, musicale, o comunque legata a un vissuto personale. E’ da questo rapporto e da questa stratificazione di significati che talvolta può nascere una intima e profonda relazione tra il luogo e chi lo contempla. Al piano superiore le chine e gli acquarelli evocano le atmosfere misteriose e romantiche di tanta letteratura legata alla capitale boema. Ancora oggi ne può essere toccato il viaggiatore che sappia entrare in sintonia con lo spirito della città, allontanando anche di poco il proprio percorso dalle zone più frequentate» prosegue Paolini.

«Il desiderio, infine, di coniugare più sollecitazioni sensoriali, “contaminando” i linguaggi, ha affiancato alle opere esposte un percorso sonoro. Nel soggiorno praghese in preparazione della mostra del 2013, al blocco per gli schizzi e alla macchina fotografica avevo affiancato un registratore digitale con il quale catturare suoni e voci della città; dal gocciolare delle fontane, ai rintocchi delle campane di S.Vito o del Convento di Loreto, al chiacchiericcio multilingue di Ponte Carlo, al viaggio in metropolitana verso Vyšehrad. Era così cresciuta, giorno dopo giorno, la raccolta delle registrazioni audio che anche oggi accompagna il percorso espositivo».

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