GROSSETO – La rassegna “Grosseto 900” torna al Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura con la mostra “Renato Natali” che espone 15 opere del pittore livornese.
Per dare il via all’esposizione, giovedì 13 febbraio alle 18 è in programma la conferenza “Renato Natali, il pittore amico di Modigliani e di Cappiello”, a cura di Mauro Papa. A seguire il direttore accompagnerà i presenti in una visita guidata. Per l’occasione l’ingresso al museo è gratuito.
L’esposizione sarà poi aperta al pubblico da giovedì 13 febbraio a domenica 2 marzo. Il costo del biglietto d’ingresso è 5 euro (ridotto a 3 euro per i soci di Fondazione). Per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare il numero 0564 488066 o scrivere a [email protected].
«Nell’ambito del progetto di valorizzazione delle opere e degli artisti presenti nelle collezioni civiche grossetane del Comune e della Provincia – ricorda Mauro Papa –, a cadenze regolari il Museo Luzzetti delinea brevi ritratti di protagonisti del secolo scorso, nell’intento di approfondire specifici aspetti della loro pratica ed episodi significativi della loro vita, come i legami col territorio maremmano. Questa mostra espone 15 opere del pittore Renato Natali, celebre pittore livornese amico di Leonetto Cappiello e Amedeo Modigliani, appartenenti al Comune di Grosseto e alla Collezione di Maurizio Ticci».
Renato Natali (Livorno 1883-1979) nacque a Livorno da una famiglia modesta. Autodidatta, nel 1905 espose per la prima volta alla Biennale di Venezia, alla quale partecipò altre sei volte fino al 1930. Nel 1913 si trasferì a Parigi frequentando i grandi artisti livornesi che abitavano nella capitale francese: Amedeo Modigliani e Leonetto Cappiello. Nel 1920, tornato a Livorno, fu tra i fondatori del Gruppo Labronico, sodalizio di pittori nato in onore di Mario Puccini (1869-1920), ma la sua lunghissima attività non aderì mai a movimenti artistici. La sua pittura rapida, con timbri aciduli e dissonanti, si concentrò su Livorno, protagonista principale dei suoi quadri. Dipinse scorci della città di giorno e di notte, immortalandone la vita, fatta anche di risse e prostitute, tanto che la critica lo definì “peintre de la rue” e i livornesi “Natali delle notti”.