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Due giorni di incontri su san Guglielmo di Malavalle e l’ordine dei guglielmiti

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Eremo di Malavalle s Guglielmo
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CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Dopo le iniziative promosse dalla diocesi di Grosseto nel mese di febbraio, in occasione della memoria liturgica di san Guglielmo di Malavalle, si torna ad approfondire questa straordinaria e per certi versi ancora misteriosa figura. L’occasione è un convegno di due giorni – il 18 e 19 maggio – fra Grosseto e Castiglione della Pescaia, dal titolo “San Guglielmo di Malavalle e l’Ordine dei Guglielmiti in Toscana. Culto, iconografia, vicende istituzionali”.

Il convegno è organizzato da diocesi di Grosseto, Comune di Castiglione della Pescaia e dall’Istituto per la valorizzazione delle abbazie storiche in Toscana e vede il patrocinio del Consiglio Regionale della Toscana, della Provincia di Grosseto e di quella di Siena, dell’Arcidiocesi di Siena e della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, nonché dei Comuni di Montalcino e San Casciano dei Bagni. Collaborano le Università di Siena e Firenze, la Società bibliografica toscana, l’Accademia Senese degli Intronati, il Serra Club, la Soprintendenza archeologica per le belle arti e il paesaggio per le province di Grosseto, Siena, Arezzo e il Rotary club di Montepulciano.

“Nell’angolo di Maremma guardato dai castelli di Buriano, Montepescali, Giuncarico, Caldana, Gavorrano e Castiglione della Pescaia – si legge nella brochure di presentazione dell’evento – è ancora vivace il ricordo di questo nobile anacoreta ed è ancora fervida la devozione per l’esempio di fede e di spiritualità da lui offerto alle popolazioni della zona. Un personaggio straordinario ed emblematico, ma in parte ancora da scoprire, sul quale si intrecciano nuovi studi tra venerazione popolare, analisi antropologica e ricerca storica. Ebbe numerosi seguaci nei principi della vita eremitica e contemplativa da lui professati. Con loro nacque un ordine, quello dei Guglielmiti, che dalla casa madre di Malavalle, vicino a Castiglione della Pescaia, raggiunse molte aree dell’Italia centrale e si spinse perfino in Francia e nell’Europa settentrionale per diffondere la parola di Dio, proponendo una regola derivata da quella benedettino cistercense che fu approvata con decreto pontificio nel 1211. Pochi anni dopo, nel 1214, il papa senese Alessandro III Bandinelli riconosceva formalmente anche il culto di San Guglielmo, una disciplina che avrebbe richiamato molti fedeli sulla tomba dell’anacoreta nell’eremo di Malavalle, poi divenuto un importante monastero e passato nel XVII secolo agli Agostiniani, i cui ruderi sono meta tutt’oggi di devoti pellegrinaggi da parte della gente di Maremma”.

Su questa traccia si dipanerà il convegno, che proporrà due distinte giornate. Venerdi 18 maggio, nella sala Pegaso del Palazzo della Provincia di Grosseto (piazza Dante) l’attenzione sarà accesa su Guglielmo il Santo. I lavori si apriranno alle 10 con i saluti del vescovo Rodolfo e di Paolo Tiezzi, presidente dell’Istituto valorizzazione abbazie storiche, a cui seguiranno numerosi interventi di esperti, fino al pomeriggio. Sabato 19 il convegno si sposterà alla Casa Rossa Ximenes di Castiglione della Pescaia, per approfondire la storia dei Guglielmiti. I lavori saranno aperti, sempre alle 10, dai saluti del sindaco Giancarlo Farnetani, a cui seguiranno una serie di interventi di esperti. Alle 15.30 passeggiata devozionale all’eremo di Malavalle, guidata dal vescovo Cetoloni, che alle 18 celebrerà la Messa a Tirli.

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