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‘Dipingere l’ansia per dipingere la Storia’: si apre il 10 giugno la mostra in pinacoteca 

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Dipingere l'ansia
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FOLLONICA – Dal 10 giugno al 16 settembre, presso la Pinacoteca Civica, sarà allestita la mostra Sandro Luporini, dal titolo “Dipingere l’ansia per dipingere la Storia”, una mostra ideata e curata da Philippe Daverio, promossa dal Comune di Follonica in collaborazione con ADAC – Associazione diffusione Arte Cultura, di Modena; hanno collaborato alla realizzazione della mostra Claudia Mori, Eloisa Magiera, Adriano Primo Baldi.

La mostra, ideata e curata da Philippe Daverio, si compone di tre settori: opere a olio, grafica originale, parole e note nell’opera di Sandro Luporini (mostra di documentazione del lavoro teatrale svolto con Giorgio Gaber). Sandro Luporini pittore scrittore, è nella sua duplice veste di artista e intellettuale. Luporini ha prodotto opere pittoriche e grafiche diafane e rarefatte e testi teatrali, che si interrogano sulle condizioni del mondo contemporaneo, per l’amico Giorgio Gaber, in un sodalizio artistico che ha dato vita al genere del Teatro – Canzone.

Sandro Luporini nasce a Viareggio nel 1930. Dal 1953 e fino al 1955 risiede a Roma, dove inizia il suo percorso artistico. Nel 1956 si trasferisce a Milano e si lega alla Galleria Bergamini, mentre nel 1963 opera insieme alla galleria “Il Fante di Spade” a Roma. La sua pittura in questi anni è inizialmente aderente al ‘‘Realismo esistenziale’’, tra questioni sociali ed esperienza individuale, per poi ricondursi ad un filone definito dai critici ‘‘neometafisico’, soprattutto quando Luporini torna a confrontarsi con il paesaggio della Versilia, ponendo al centro dei suoi quadri il mare.

A partire dal 1983, fino ad oggi, affida tutta la sua produzione pittorica e grafica all’Adac di Modena, con cui realizza numerose ed importanti mostre, personali e collettive, in tutta Italia: ricordiamo quelle alle Terme di Diocleziano a Roma (per il Ministero dei beni culturali), Palazzo dei Diamanti a Ferrara, Palazzo Ducale a Mantova, Spazio Oberdan a Milano, Palazzo Ducale a Lucca e a Massa, l’Università Bocconi a Milano, Pisa, Bergamo, Pavia, Forlì, Bologna, Padova e tante altre città in Italia e all’estero.

È nel contesto milanese, nel 1959, che incontra Giorgio Gaber. Da quel momento Luporini unisce alla pittura un parallelo lavoro di scrittura volto alla realizzazione di canzoni e testi teatrali, interpretati da Gaber. Questa collaborazione artistica si snoda lungo quarant’anni di lavoro, dal Signor G fino all’ultima produzione discografica del 2003.

La mostra si compone dunque di tre sezioni che riassumono tutti gli aspetti e i percorsi della vita e del lavoro di Luporini: opere pittoriche, olii su tela; grafica originale e documentazione.

Nella sezione documentazione il lavoro pittorico e quello letterario vengono visivamente uniti. Si tratta di una serie di manifesti, realizzati da Micaela Bonavia, che uniscono l’immagine dei quadri di Luporini a brani di canzoni o spettacoli da lui scritti. La corrispondente atmosfera di sospensione, di silenzio e di attesa tra quadri e scritti, rende quest’operazione particolarmente chiara e riuscita.

L’esposizione ripercorre l’itinerario artistico attraverso circa 50 opere a olio, 35 opere grafie e circa 50 opere di documentazione sul teatro canzone, configurandosi come un’esposizione peculiare e completa dell’opera di Sandro Luporini.

“…Il suo itinerario è assolutamente duplice, genialmente ambiguo fra letteratura e pittura. Spetta a noi scoprire il punto di congiunzione delle due parallele, che sta forse posto all’infinito, nell’accertamento vago d’un punto terminale e fatale dove il caos si dissolve nella metarealtà.” (dalla prefazione di Philippe Daverio)

 

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