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Conversazioni e degustazione di prodotti tipici chiudono “A veglia, teatro del baratto”

Evento Terminato

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teatro del baratto
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MANCIANO – Ultima giornata per il festival . Domenica 15 settembre, al centro di aggregazione La Pesa, in via circonvallazione Sud, alle 18.30 “Conversario”, dialogo con Isabella Donzelli, professional counselor ad indirizzo bio integrato.

Alle ore 20.30 “Cibo angelico” di e con Mariella Fabbris, racconto con cena: gnocchi e vino. Performance culinaria liberamente ispirata da “I volatili del beato angelico” di Antonio Tabuchi con degustazione di vini di Antonio Camillo, “Vini di territorio” abbinati ai piatti di gnocchi. Spesa offerta da ortofrutta Vichi e dalla Casa del formaggio: per la cena-spettacolo prenotazione obbligatoria entro il 14 settembre a cinziatomassoli@alice.it, 392-07207073.

“Questa edizione – spiega la direttrice artistica Elena Guerrini – è segnata da una grande partecipazione alle serate che hanno riempito le piazzette del centro storico. Un segno importante dal punto di vista del dialogo e della socialità. Le persone dopo gli spettacoli si sono fermate a parlare e dialogare facendo rivivere antiche memorie e giocose tradizioni come la tombola teatralizzata”.

“Portare avanti la tradizione della veglia contadina ma attualizzata con spettacoli di valore è molto importante” ha commentato il consigliere con delega alla Cultura, Andrea Caccialupi, il quale ha presentato lo spettacolo di apertura.

Mariella Fabbris, attrice alessandrina di origini calabresi e venete arriva a Manciano con una valigia carica di patate e una sporta piena di farina 00, pomodori, formaggi, pesto e cannella. Sono gli ingredienti dello spettacolo “Cibo angelico”, il risultato di una bella storia cominciata qualche anno fa in una libreria torinese. Qui Fabbris incontra lo scrittore Antonio Tabucchi che le “affida” il racconto originale “Il Beato Angelico” e le strappa una promessa: far vivere il libro, divulgarlo nelle scuole, nei teatri, nei festival, ma, soprattutto, non stancarsi mai di raccontare storie, di infilare parole come collane, di “dar voce ai tanti ronzii” a cui spesso, per distrazione, non diamo più peso. Fabbris trasforma il racconto originale in un adattamento dal titolo “Cibo angelico”, fondendo insieme due antiche passioni: quella per il cibo e quella per il teatro di parola. Si ricorda di sua nonna Pasqualina, di origini venete, e trasforma in gnocchi i volatili di Beato Angelico-Tabucchi. Da questa intuizione nasce una narrazione nuova, una miscela di voci che impasta ingredienti semplici: la cucina tradizionale, i ricordi familiari e la forza di un teatro del fare che mette in scena gesti semplici e quotidiani: pelare le patate, portarle a bollore, impastare la farina, cucinare. Gli gnocchi che Fabbris prepara “in scena” rappresentano un ricordo dell’album di famiglia, una ricetta da ricordare e da condividere, senza celebrazioni e senza retorica. Una ricetta che ha il profumo della cucina di casa. Si prepareranno 10 chili di gnocchi, conditi – secondo la ricetta di nonna Pasqualina- in quattro modi diversi: al pomodoro, al formaggio, al pesto e alla cannella, la versione più esotica. Tabucchi può essere soddisfatto. E Nonna Pasqualina tirare un respiro di sollievo: anche questa volta la sua ricetta è salva. Per un giorno la consulta per il sociale, il centro di aggregazione la pesa, diventa un ristorante. A cena verrà servito “cibo angelico” e vino di territorio.

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