ALBERESE – In omaggio alla tradizione contadina, ai suoi ritmi e ai suoi riti, sabato 15 e domenica 16 luglio, il campo sportivo Oliviero Francioli di Alberese ospiterà l’evento “Rievocazione della trebbiatura sull’aia…dal grano al pane”.
Due giornate durante le quali sarà rievocata l’antica tradizione della trebbiatura, come veniva concepita una volta, con mezzi ed attrezzi agricoli d’epoca.
La manifestazione vedrà coinvolta tutta la comunità di Alberese con il contributo dell’Amministrazione comunale di Grosseto, della Pro Loco Alborensis, del Parco della Maremma e del Gruppo Trattori d’Epoca di Scarlino. Alla partenza dei trattori e delle trebbiatrici, che da strada Sorbino arriveranno al campo sportivo della società calcistica, faranno seguito numerose attività tra cui la trebbiatura del grano, la molitura e la cottura nel forno a legna del pane. A concludere le due giornate di eventi sarà una cena sotto le stelle con menù tipicamente maremmano accompagnato da canti popolari dell’epoca.
“L’ evento – sottolineano il primo cittadino Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l’assessore al Turismo Riccardo Megale – vuole ricordare l’antica tradizione contadina della mietitura e della trebbiatura. Giorni quelli fondamentali nella vita contadina, data l’importanza del grano quale bene di prima necessità. Un’iniziativa che l’Amministrazione comunale supporta con piacere, allo scopo di valorizzare e promuovere il territorio e la tradizione agricola maremmana, anche tra i più piccoli”.
Domenica 16 luglio alle ore 21 verrà proiettato il documentario “C’era una volta una Maremma Amara” (2004), che racconta la storia della migrazione veneta ad Alberese attraverso le voci dei suoi protagonisti.
Realizzato nel 2004 grazie alla collaborazione con l’allora circoscrizione di Alberese e Rispescia il documentario raccoglie le testimonianze di alcuni migranti di prima e seconda generazione, principalmente d’origine veneta, ma anche provenienti dal viterbese e dalla Val di Chiana. Dalle loro voci, la narrazione delle vicende che portarono allo stanziamento in Maremma, a partire dagli anni ‘30 del 1900, di un centinaio di nuclei familiari veneti (circa 1000 persone) che arrivarono ad Alberese attirati dall’offerta di lavorare le terre di proprietà dell’Opera Nazionale Combattenti. Le promesse erano l’assegnazione di un podere, l’assistenza tecnica e morale per i primi anni, la possibilità di riscatto dopo 20. I poderi furono assegnati solo nel 1954. L’ultima rata fu pagata nel 1984. È in occasione dell’anniversario dei 20 anni dal pagamento di quell’ultima rata che nacque l’idea del documentario “C’era una volta una Maremma amara”.
“Volevamo preservare la memoria di quella storia familiare e comunitaria che i nostri nonni ci avevano raccontato tante volte – ricorda la regista Tamara Pastorelli -. Già molti di loro non c’erano più, la memoria di altri stava sfumando per l’età. Noi sentivamo l’esigenza e il dovere di raccoglierla con i pochi mezzi che avevamo”.
Un lavoro collettivo a cui hanno partecipato come testimoni, attori e comparse, diverse generazioni di alberesini, uniti dal desiderio di ricostruire le origini e i valori che hanno dato origine ad una comunità capace di una originale convivenza tra diversi. Una comunità che, assieme, si è presa cura di una terra malata e che l’ha trasformata nel giardino che è oggi.