
GROSSETO – Si è aperta in Parlamento la discussione sulla manovra di bilancio per il 2026 e Confcommercio Grosseto accoglie con favore le misure che puntano a rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori e a sostenere la domanda interna, come, ad esempio, la detassazione degli aumenti retributivi derivanti dai rinnovi contrattuali nazionali.
Tuttavia, sulla scia delle dichiarazioni del presidente nazionale Carlo Sangalli, il presidente provinciale di Confcommercio Grosseto, Giulio Gennari, sottolinea la necessità di un’applicazione più ampia ed equa delle misure per renderle realmente efficaci.
Si stima che nella provincia di Grosseto i lavoratori dipendenti del settore privato siano circa 49mila (fonte Bilancio sociale Inps 2025 riferito a dati 2023). Una platea dunque importante sulla quale la detassazione del Governo “potrebbe avere un impatto positivo se applicata, appunto, con equità”.
“L’intenzione del Governo di supportare il potere d’acquisto delle famiglie e rilanciare la domanda interna è corretta – afferma Gennai – ma temiamo che i provvedimenti attuali non siano sufficienti a innescare una ripresa significativa dei consumi, soprattutto nel nostro territorio. La detassazione sugli aumenti retributivi non può riguardare solo i rinnovi sottoscritti a partire dal 2025. Chiediamo con forza che l’agevolazione sia estesa anche ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (Ccnl) di maggiore rappresentatività, come quelli del terziario, del turismo e della ristorazione, già rinnovati nel 2024, con riferimento almeno alle tranches di aumenti che decorreranno nel 2026. Ciò per non creare discriminazioni tra lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Non possiamo in alcun modo accettare, infatti, disparità tra lavoratori che svolgono la stessa mansione, ma hanno trattamenti retributivi diversi solo perché la firma del contratto nazionale di lavoro è avvenuta in un certo giorno invece che in un altro. L’equità sociale ed economica viene prima di tutto: la proposta che avanza Confcommercio, è applicare la misura in modo coerente e universale a tutti i rinnovi effettivi, senza distinzione di categoria, secondo principi di buon senso”.
“L’applicazione della detassazione in modo omogeneo – conclude Gennari – rafforzerebbe in modo significativo il valore dei contratti più rappresentativi e l’intero sistema delle relazioni sindacali, che oggi vengono indebolite da ipotesi di salario minimo per legge e dalla piaga dei cosiddetti ‘contratti pirata’. Sottolineiamo ancora una volta che la legalità e la trasparenza nel mondo del lavoro sono garantite unicamente dai Contratti Collettivi Nazionali di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative, quelle che realmente rappresentano lavoratori e imprese. La detassazione deve diventare uno strumento per valorizzare questi principi e inviare un chiaro segnale contro il dumping contrattuale. Il fenomeno dei contratti ‘pirata’, siglati da sigle spurie o poco rappresentative, è una vera piaga, una concorrenza sleale che penalizza le imprese corrette e distorce il mercato, facendo perdere allo Stato circa 550 milioni di euro all’anno in mancate entrate contributive e previdenziali”.