
GROSSETO – Circola voce che di qui a breve, senza magari ufficializzazioni, quello schizzo di latte nel caffè preso al bar, dovrà essere pagato!
La cosa già trova residenza in vari pubblici esercizi di grandi città, come a Roma ad esempio. Un po’ di latte nell’espresso richiede 20 centesimi di maggiorazione.
Il fatto non scandalizza gli stranieri, dato che all’estero è normale che, per una cosa in più, si debba pagare qualcosa. Da noi invece, anche quel “caffè macchiato per favore”, rientra per consuetudine in certe cortesie gratuite che rendono civile un paese; così come il lavaggio del parabrezza offerto a chi fa benzina.
“Cosa dovremmo pensare – osservano alcuni – se un ristoratore facesse pagare a parte il parmigiano grattato sulla pasta, o una spruzzata di pepe o peperoncino su un piatto di trippa o baccalà!? Così come – proseguono – sobbalzeremmo se un tassista ci obbligasse ad un sovraprezzo per l’aria condizionata accesa”.
Scopriamo comunque che vi sono gelaterie, e nel Nord Italia succede da tempo, che pretendono un supplemento per una “leccatina” di panna sul cono o sulla coppetta; ma le persone ormai ci sono abituate e non ci fanno caso.
In effetti, obiettivamente, il latte aggiunto è un ingrediente extra che per il bar ha un costo, così come ha un costo il tempo aggiuntivo necessario per fare il caffè macchiato. E allora, chiedere qualcosa in più può essere considerato giustificato e legittimo.
Più incredibilmente accade però – come è documentato dallo scontrino stesso che riporta la voce del servizio effettuato – che il taglio a metà di una brioches vuota sia stato, in un bar di una città del Veneto, quantificato al cliente in 10 centesimi. Così come 10 centesimi sono stati battuti per un cappuccino senza schiuma, in quanto usato più latte.
Non mancano neppure Caffè, come a Firenze ad esempio, in cui si paga 1 euro a persona per consumare la colazione seduti al tavolo, con l’obbligo di riportare poi al banco tazzina e piattini.
Per non parlare della toilette a pagamento per chi non consuma, ma soprattutto del sovraprezzo previsto per i bicchieri da asporto.
Ricapitolando allora, l’“Espresso macchiato”, canzone in “italiano maccheronico“ di Tommy Cash, oggetto di recenti polemiche, non ha dei 20 centesimi di aumento responsabilità di sorta, come non ha colpa alcuna quel più antico ritornello “Bevete più latte”, presente nel film ad episodi Boccaccio ’70.
A conclusione di queste spigolature, diremo allora che, così come “Parigi val bene una messa”, d’ora in poi, parafrasando la celebre storica frase, si potrà anche affermare che
“un Macchiato val bene 20 centesimi”!