
GROSSETO – «Il recente intervento del Comune di Grosseto, con 100mila Euro del bilancio comunale messi a completa ed esclusiva disposizione del centro storico del Capoluogo, per l’apertura di nuove attività commerciali all’interno di tale zona della nostra città, serve davvero al piccolo commercio del salotto buono di Grosseto?» a chiederlo Serena Remi presidente del centro commerciale naturale “via Emilia – Sacro Cuore” di Grosseto.
«L’iniziativa pubblicizzata il 15 ottobre, dagli assessori comunali attualmente in carica, si manifesta purtroppo, secondo le indicazioni contenute nel bando già attivo, come l’ennesima regalia all’italiana, che tappa il buco ma non affronta alla radice il problema, ovvero l’abbandono continuo e costante negli ultimi decenni, di immobili residenziali e fondi commerciali, ubicati all’interno del perimetro delle mura medicee».
«È sicuramente lodevole l’attenzione che la Giunta municipale pone sulla zona del centro storico, che da sempre è caratterizzato dalla presenza di molteplici attività di commercio e vendita al dettaglio, di botteghe artigiane, di ristoranti di qualità, di bar e caffetterie, ma la nostra città è grande e non c’è soltanto il centro storico, bensì esistono molte altre attività in tuta la città, anche in quartieri popolosi, dove le esigenze di sicurezza, di riqualificazione urbana, di promozione ed aggregazione sociale, di presenza di piccoli negozi, sono altrettanto sentite e, in taluni casi addirittura più impellenti».
«Bene agevolare chi investe nell’apertura di una nuova attività, ma senza fare con questo tipo di sostegno economico, negozi di serie A e negozi di serie B solo perché ubicate in via Emilia, oppure in viale Einaudi e in via Giulio Cesare, finanche a Batignano o nelle altre frazioni» prosegue Remi.
«Gli aiuti pubblici ben vengano, ma non illudiamoci che da soli non potranno portare a risultati duraturi: è quanto mai auspicabile per il nostro centro storico che si realizzi un’analisi più ampia per capire le ragioni e gli strumenti più efficaci a contrastare fenomeno lo svuotamento del centro cittadino, ormai animato solo da sporadiche iniziative culturali e di aggregazione e sempre più spesso ricordato dalle cronache per episodi di inciviltà e malavita. Serve una iniziativa aperta che coinvolga esperti e studiosi, cittadini e famiglie, categorie di settore, con proposte ed incontri, per analizzare il fenomeno raccogliendo i dati, indagando il contesto sociale a 360 gradi e ricercando soluzioni sia sotto il profilo urbanistico, produttivo, culturale, di promozione turistica, di politiche giovanili mirate e dei servizi alla persona».
«Insomma, Grosseto, oggi, ha bisogno di tante cose, coloro che amministrano non possono essere miopi, in una società come quella moderna che cambia velocemente, dove le necessità ed i bisogni sono sempre più impellenti, indugiare e fermarsi solo sul centro storico non basti più».
«Chi governa ha una grande responsabilità ancora più rilevante oggi rispetto al passato. Sostenere il commercio di vicinato è fondamentale per il bene di tutta la comunità ma l’amministrazione locale deve stare vicino a tutti i commercianti e a tutti quei piccoli imprenditori, che lottano quotidianamente per tenere aperto il proprio esercizio e che continuano a presidiare e far vivere tutti i quartieri della nostra città».
«Con questa mia lettera aperta, invito tutti ad un’attenta riflessione, senza voler proporre nulla di straordinario o di irrealizzabile, ma puntando i riflettori su problematiche che noi commercianti di via Emilia viviamo quotidianamente, così come vivono sulla propria pelle tutti gli altri che come noi ogni giorno aprono la saracinesca. Mancano infrastrutture minime, un presidio adeguato delle forze dell’ordine, esigenze di riqualificazione e rigenerazione degli spazi pubblici. Se l’Amministrazione lanciasse un invito a discutere e a partecipare, sono convinta che nessuno, dalle istituzioni alle rappresentanze economiche e sociali di Grosseto, si tirerebbe indietro» conclude Remi.