
GROSSETO – «Il piano del “Parco eolico Grosseto” prevede 10 aerogeneratori, non “ben 7” come affermato su Facebook dal sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Le torri raggiungeranno un’altezza massima di 200 metri (quando la pala punta verso l’alto), e non 250 metri come riportato nell’articolo di Italia Nostra» le precisazioni arrivano da Patrick Marini, che si definisce «Sentinella della Maremma. Sono tra coloro che hanno presentato osservazioni al progetto “Parco Eolico Grosseto”, delegato da 250 cittadini».
«L’impatto visivo sarà rilevante: l’area interessata (non “24 milioni di km²” come indicato nel comunicato stampa del 18 ottobre 2025 del Comune di Castiglione della Pescaia) ma di circa 400 km² — comprendendo la piana di Grosseto fino all’Ombrone e l’intera valle del Bruna, dalle colline di Roccastrada alla costa».
«Questo progetto è uno dei circa 1.800 che congestionano la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) nell’ambito del PNRR / Next Generation EU (Missione “Energia e Ambiente”). Nella sola provincia di Grosseto risultano 26 proposte tra impianti eolici e progetti di cosiddetto “agrivoltaico avanzato”, distese di fotovoltaico a terra in aree agricole» prosegue la nota.
«Una volta ottenuto il nulla osta ministeriale, il progetto acquisisce status di interesse nazionale: di conseguenza, le dichiarazioni di sindaci, presidenti di provincia o regioni non hanno valore vincolante. Questi progetti non sono “verdi” nel senso autentico del termine ma operazioni finanziarie con reddito garantito per vent’anni attraverso la tariffa di vendita dell’energia — anche quando il costo dell’energia tenderà a zero per esubero di produzione — a discapito di territori di elevato pregio paesaggistico, culturale e naturalistico».
«Molti operatori improvvisati cercano di ottenere le autorizzazioni per poi rivendere i diritti a prezzi che oscillano tra 100.000 e 300.000 euro per MW: nel nostro caso si parla di 60 MW».
«Ci sono solo due strade per contrastare questi progetti:
• Presentare osservazioni formali entro le scadenze previste nella procedura ministeriale VIA.
• Fare pressione politica, affinché governo e istituzioni competenti pongano fine a questa corsa senza regole, senza pianificazione territoriale e senza reale coinvolgimento delle comunità locali».
«Nel nostro caso, molti — che ringrazio — hanno presentato osservazioni rispettando i termini previsti, nel tentativo di arginare un fenomeno che sta devastando l’Italia. In particolare, un gruppo di 250 cittadini – tra cui rappresentanti di comitati locali, associazioni, aziende, proprietari di immobili e terreni e semplici cittadini – ha redatto osservazioni articolate in 24 motivi per chiedere l’archiviazione del progetto. Alle istituzioni spetta il compito di informarsi meglio e intervenire concretamente, invece di limitarsi a dichiarazioni mediatiche».