
GROSSETO – “L’irrigazione è una sfida cruciale per il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud e la Maremma presto potrà contare su una nuova infrastruttura al servizio degli agricoltori”. Così Cb6 annuncia la conclusione dei lavori per l’installazione di un sistema di sbarramenti mobili ad uso irriguo in gomma flessibile lungo due canali di bonifica, il Padulino e il Barbicato, ad Alberese.
Si tratta di un impianto innovativo a sostegno di un’agricoltura di qualità nel territorio dell’area contigua del Parco Regionale della Maremma: sarà utilizzato per irrigare i terreni nel nuovo comprensorio “Piana dell’Alberese”, gestito da Cb6, con importanti benefici anche di carattere ambientale.
“Il funzionamento è semplice e allo stesso tempo innovativo – afferma il direttore dei lavori, Valentina Chiarello – con l’opera di presa si preleva l’acqua dal fiume Ombrone e viene invasata in una rete di canali a cielo aperto grazie al sistema di dighe gonfiabili. Saranno i consorziati a rilasciare l’acqua nei loro terreni con singole pompe. Il tutto senza aggravare il rischio di eventuali piene dell’Ombrone. Al termine della stagione irrigua – spiega la responsabile dell’area studi e progettazione del Consorzio – saranno sgonfiati gli sbarramenti mobili realizzati sui due canali di bonifica, le pompe saranno rimosse e verrà chiusa la tubazione di mandata, così da lasciare in sicurezza la golena”.

I lavori sono stati resi particolarmente complessi da periodi di piogge intense, ed è stata necessaria una variante di progetto per l’opera di presa, autorizzata a fine luglio. Le operazioni di collaudo termineranno il 31 dicembre e, nella prossima stagione irrigua, potrà essere servita la parte più a nord del comprensorio, circa 400 ettari. “Il Consorzio – precisa Chiarello – potrà attivare il pompaggio nel periodo 1° aprile‑30 settembre di ogni anno, per una portata massima di 400 litri al secondo. Il volume annuo irriguo prelevato non supererà i 2,1 milioni di metri cubi, con una portata media annua di 68,70 litri al secondo. Molto soddisfacenti i primi test: in 26 ore di pompaggio sono stati prelevati 17.800 metri cubi, pari a 190 litri al secondo, perfettamente in linea con il punto di lavoro ottimale delle due pompe installate”.
Le dighe mobili nel progetto sono tre, ma quella più grande deve essere ancora realizzata. “L’importo del progetto complessivo – ricorda il presidente Federico Vanni – era superiore al finanziamento da 1,14 milioni concesso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il Piano straordinario di interventi nel settore idrico. Così la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori è stata indetta con la possibilità di realizzare, oltre ai lavori principali coperti dal finanziamento ministeriale, anche i lavori opzionali di completamento, che prevedono la realizzazione della diga mobile più grande sul canale Essiccatore principale dell’Alberese e del sistema di telecontrollo, per i quali il Consorzio si è subito impegnato nella ricerca della copertura finanziaria”.
“Abbiamo presentato – aggiunge il presidente – il progetto di miglioramento funzionale dell’impianto di irrigazione in un bando regionale per il supporto a interventi su infrastrutture irrigue consortili pubbliche, e siamo stati ammessi in graduatoria. Ci auguriamo di poter ottenere il finanziamento nei primi mesi del 2026, così da poter completare tutti i lavori e servire le circa cento aziende agricole presenti sugli oltre mille ettari già nella stagione irrigua 2027. L’irrigazione a è una delle priorità del nostro ente e il lavoro in questo settore non si ferma alle dighe mobili: ci aspettano nuove sfide come la lotta all’intrusione del cuneo salino, l’efficientamento dell’impianto irriguo consortile e la progettazione di altre infrastrutture a servizio degli agricoltori”.
Irrigazione e non solo. “Abbiamo condiviso questo progetto con il Parco della Maremma – conclude Vanni – perché, oltre a rispondere alle necessità irrigue dei consorziati, il mantenimento di adeguati livelli idrici nei canali contribuisce a sostenere i naturali processi di ricarica delle falde, rappresentando un vero e proprio servizio ecosistemico. Il tutto sotto la guida e la supervisione del gruppo di lavoro del Garante della Natura per la tutela delle componenti botaniche, faunistiche e di qualità delle acque”.
