
GROSSETO – Il Rendiconto Sociale Inps 2024 presentato oggi, 21 ottobre, nel salone della Banca Tema, consegna una fotografia in chiaroscuro per la provincia di Grosseto. Da un lato prosegue la leggera crescita dell’occupazione, ma sembra essere solo quella precaria a crescere. Emergono segnali critici che coinvolgono donne, giovani e lavoratori precari.
Il dato più eclatante, arrivato dopo l’introduzione fatta da Ivano Viola (presidente del comitato provinciale Inps di Grosseto) e da Stefania Fasano (vicepresidente del Comitato) è l’esplosione delle ore di Cassa integrazione straordinaria. Sono passate da 4.160 nel 2023 a 310.708 nel 2024, un aumento di oltre settanta volte. Complessivamente, tra ordinaria e straordinaria, il territorio ha registrato quasi mezzo milione di ore di cassa integrazione (491.683), coinvolgendo direttamente più di 2.800 lavoratori. L’incremento segnala un rallentamento diffuso, soprattutto nei comparti dell’industria, seguita da turismo e commercio.
L’occupazione sale, ma è precaria. Le pensioni sono magre, preoccupa la disoccupazione giovanile
Sul fronte occupazionale, come ha illustrato il direttore Inps Grosseto Gianni Niccolini, il tasso di occupazione si attesta al 70,9%, in lieve crescita rispetto al 69,3% del 2023, mentre la disoccupazione scende dal 5,6 al 5,2%. Tuttavia, dietro questi numeri positivi si nasconde un’evidente fragilità del mercato del lavoro grossetano.
Più di un terzo dei lavoratori (il 34,7%) è impiegato con contratti part-time, una percentuale ben superiore alla media toscana e nazionale. Nella grande maggioranza dei casi si tratta di part-time involontario, segno di un’economia locale che continua ad offrire impieghi discontinui e a basso reddito.
La condizione femminile rimane particolarmente svantaggiata. Le lavoratrici percepiscono in media 66,6 euro al giorno, venti euro in meno degli uomini (87,4 euro). Il divario si riflette nel lungo periodo anche sui trattamenti pensionistici: le donne ricevono mediamente 985 euro al mese, contro i 2.087 euro dei colleghi maschi.
Il quadro è aggravato da una disoccupazione giovanile che resta elevata. Nella fascia 15-24 anni, il tasso di disoccupazione si ferma al 21,4%, più alto della media regionale e segnale di un mercato che non riesce a offrire sbocchi stabili alle nuove generazioni.
Non tutti i dati scoraggiano, la speranza non molla
Nonostante il miglioramento (a dire l vero leggero) di alcuni indicatori tra cui un calo del tasso di inattività dal 26 al 25%, il Rendiconto 2024 mette in luce una provincia che cresce in modo diseguale e incerto: un mercato del lavoro che si regge su occupazione precaria, salari bassi e una partecipazione femminile ancora penalizzata.
I dati diffusi dall’Inps, che nel 2024 a Grosseto ha registrato buone performance come istituto, pongono così una sfida chiara alle istituzioni e alle organizzazioni sociali del territorio, messe in evidenza anche all’incontro di oggi. Ovvero coniugare crescita economica, qualità del lavoro e nuove sfide nel mercato, giustizia sociale, formazione e qualità della politica. Rapporti complessi ma sempre più da coltivare per evitare che Grosseto consolidi un modello fondato sulla precarietà piuttosto che sulla stabilità occupazionale.
Nonostante un rendiconto Inps soprattutto su alcuni settori non delinei un panorama roseo, i dati banca Tema parlano di un futuro fortemente cercato dalla provincia di Grosseto. Un futuro che si riflette ad esempio sulle richieste di mutui sulla prima casa, che risultano essere confortanti anche rispetto all’anno precedente.
«Nonostante il calo demografico – ha detto Fabio Becherini, direttore di Banca Tema – il nostro istituto registra dati positivi anche sui clienti, a beneficio di un modello di servizio che sembra premiare la Banca Tema. Una banca che coniuga un potenziamento della digitalizzazione con un ancora forte contatto umano spesso necessario e fondamentale per le scelte più importanti».
«Facciamo lo sforzo di non schiacciarci sul presente – ha detto Leonardo Marras, assessore regionale – una delle più grandi grande questioni da affrontare in provincia di Grosseto è quella del calo demografico. Nel 2024 siamo sotto ai mille nati. Allo stesso modo è necessario aggredire il lavoro povero e riportare al centro la questione salariale che si ripercuote anche sulle pensioni basse. Tutti argomenti questi che vedono essere penalizzate soprattutto le donne».
«Maggiore rilievo sta assumendo anche la questione lanciata dall’avvocato Giuseppe Nicosia oggi, quella dell’intelligenza artificiale – ha proseguito Marras – Che ci fa chiedere anche “con chi andremo sostituiti?”. Una questione tra le più grandi che la politica deve affrontare in questo periodo. Sono tutti argomenti da affrontare appropriatamente, per aggredire quella prospettiva che, se le cose rimangono così, da qui a 30 anni parla di desertificazione».
«Dobbiamo interpretare sul territorio ciò che siamo ma soprattutto cosa potremmo essere – ha concluso Marras – Se ci limitiamo a cosa siamo, non andremo da nessuna parte. Dobbiamo provare a introdurre tecnologia, innovazione e nuove buone pratiche per aumentare la produttività, della quale dovranno beneficiare anche i salari. Altrimenti, il prossimo anno, sarà difficile aspettarsi un rapporto di tendenza diversa da quello presentato».
L’intervento dei sindacati Cgil, Cisl e Uil
A margine sono intervenuti anche i sindacati, incalzando quanto i relatori avevano esposto. «Serve progettare il futuro del nostro territorio insieme – ha detto Monica Pagni, segretaria generale CGIL Grosseto – mettendo insieme competenze e idee. Con una presa di responsabilità anche da parte di politica, associazioni datoriali e professionisti come commercialisti e consulenti del lavoro, per puntare su lavoro dignitoso e serio. Possiamo pensare a tavoli tematici, che funzionino però, altrimenti ci ritroveremo a parlare sempre delle solite problematiche rimaste irrisolte».
«Ci sono degli spazi per fare qualcosa – rimarca Simone Gobbi, segretario generale Cisl Grosseto – serve un nuovo patto sociale, per rimettere la persona al centro del lavoro e del welfare. Penso a interventi pubblici e a semplificazione burocratica. Dobbiamo iniziare a dare soluzioni concrete e dobbiamo in qualche modo invertire la rotta. Cercando, anche come ha detto Pagni, di smettere di far incentivare il ricorso a contratti pirata, perché siamo arrivati al punto che anche alcuni datori non sanno che tipi di contratto hanno i dipendenti e questo va a danno di lavoratori e imprese».
«I dati presentati da Inps sono allarmanti – ha concluso Sergio Cherubini in rappresentanza della Uil Grosseto – se anche alcuni dei dati della Banca Tema sono stati presentati come buoni, non riesco a pensare che quelli sul risparmio lo siano. Se i risparmi salgono spesso è perché gli investimenti languono. Anche la possibilità di essere sostituiti da un occhio e cervello digitali, è poco confortante, dovrà sicuramente essere una questione da affrontare e regolamentare seriamente. La rappresentanza della politica e dei lavoratori dovrà farsi carico anche di queste questioni. Troppi lavoratori vengono ancora oggi illusi dall’ennesimo bonus inesistente e da politiche come quelle abitative che spesso rischiano di rivelarsi insufficienti ai bisogni dei cittadini e dei proprietari».