
GROSSETO – L’analisi dei dati del Rendiconto Sociale Inps 2024 per la provincia di Grosseto presentata oggi, 21 ottobre, restituisce dati che preoccupano la Camera del lavoro di Grosseto.
«Anche per questo si rende sempre più imprescindibile la partecipazione alla manifestazione del 25 ottobre a Roma – rende noto la Cgil Grosseto in un comunicato – per portare la voce di un territorio che rischia di rimanere ulteriormente dimenticato dalla manovra di bilancio».
«I numeri che provengono dall’Inps per la provincia di Grosseto fotografano una situazione allarmante che richiede interventi immediati e strutturali dichiara Monica Pagni, segretaria generale della Cgil Grosseto – Dietro ogni numero ci sono storie di vita, famiglie e lavoratori che ogni giorno lottano per arrivare a fine mese. Se il lavoro cresce lo fa solo nelle forme precarie, resta grave la diffusione del part-time involontario così come le disuguaglianze di genere, che vede le donne escluse da opportunità e stabilità. Non possiamo parlare di progresso. Soprattutto davanti a una manovra di bilancio che rischia di non incidere in modo significativo sulla nostra provincia. Con il rischio che il lavoro sia sempre più uno strumento di sfruttamento e non di emancipazione e autonomia».
«Lavoro precario e sottopagato, soprattutto per le donne. La norma è il part-time»
Nella provincia di Grosseto le lavoratrici e i lavoratori dipendenti part-time rappresentano il 34,7% del totale, un dato superiore sia alla media regionale (28,9%) che nazionale (27,4%). «La maggior parte di questi contratti part-time sono involontari – sottolinea Pagni – evidenziando come la precarietà non sia una scelta ma una condizione subita. I dati 2023 sulle retribuzioni medie giornaliere nel settore privato confermano un grave divario: 66,6 euro per le donne e 87,4 euro per gli uomini, cifre ben inferiori alla media toscana (76 euro donne, 100,9 euro uomini) e nazionale (79,8 euro donne, 107,5 euro uomini)».
Il gap salariale di quasi 21 euro al giorno, si riflette anche sulle pensioni: 985,6 euro per le donne contro 2.087,8 euro per gli uomini. «Le donne grossetane lavorano di più e guadagnano di meno – commenta Pagni – Un divario che si tramanda dalla busta paga alla pensione, segno di un sistema ancora profondamente ingiusto. “Dietro molti part-time non c’è conciliazione dei tempi di vita – spiega Pagni. C’è invece necessità: troppo poche ore, stipendi ridotti e carriere bloccate. Da notare anche le cifre degli inattivi, che rappresentano ancora il 25% della popolazione tra 15 e 64 anni, segno di una partecipazione debole al mercato del lavoro».
La situazione delle assunzioni a tempo indeterminato
L’ultimo dato disponibile fotografa una provincia con 98.607 lavoratrici e lavoratori nella provincia. Il saldo assunzioni/cessazioni riferito al 2024 è positivo: 33.434 nuove assunzioni contro 32.365 cessazioni. «Nel 2024 le assunzioni a tempo indeterminato sono diminuite da 4.054 a 3.673 (-9,4%) – ricorda Pagni – mentre contemporaneamente aumentano le ore di cassa integrazione ordinaria (da 163.114 a 176.549) e soprattutto quelle straordinaria con la quale si passa da da 4.160 a 310.708 ore: un +7367,5%. I lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione nel 2024 sono 2.856 contro i 2.244 nel 2023. I dati sono un segnale inequivocabile delle difficoltà del tessuto produttivo locale».
«Giovani: tra disoccupazione e lavori discontinui»
«Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) resta elevato, pari al 21,4%, con livelli occupazionali tra i più bassi della Toscana – sottolinea Pagni – Anche tra i 25 e i 34 anni, i contratti a termine rappresentano la norma. Serve un piano straordinario per l’occupazione giovanile – prosegue Pagni – Il rischio concreto è una generazione condannata alla precarietà strutturale, senza stabilità né prospettive di pensione».
«Anche il dato delle disoccupazioni parla chiaro. Nel 2024 le domande di Naspi sono state oltre 21mila – sottolinea la segretaria generale – Di cui oltre 5mila nel settore agricolo. Più di 16mila nel privato non agricolo. Un dato quest’ultimo che si riferisce spesso al lavoro stagionale. Ulteriore indicatore di quanto molto del lavoro sul territorio spesso si concentri nelle stagioni estive e, nel caso agricolo, in quelle di raccolta, senza creare stabilità».
«Pensioni sempre più povere e diritti negati»
«Le pensioni liquidate nel 2024 nella nostra provincia raccontano di anziani sempre più poveri – denuncia Monica Pagni – particolarmente critica la situazione per le donne. L’importo medio mensile per le donne del Fondo pensioni lavoratori dipendenti è di appena 985,60 euro, si scende a 741,70 per chi era lavoratore autonomo. Credo che importi così evidentemente sotto i 1000 euro mensili, siano chiare condanne per migliaia di anziani a una vita di stenti».
«I dati sulle anticipazioni pensionistiche evidenziano come le modifiche peggiorative introdotte dal governo abbiano drammaticamente ridotto le possibilità di uscita dal mondo del lavoro – ricorda Pagni – le domande accolte per Opzione donna sono crollate: 101 nel 2022, poi 43 nel 2023 e 17 nel 2024, mentre quelle per Quota 103 sono scese da 120 a 61».
«Il drenaggio fiscale impoverisce lavoratori e pensionati, istruzione e sanità a rischio, mentre il governo pensa al riarmo»
Le entrate contributive in provincia sono diminuite del 1,28% sull’anno precedente, in controtendenza rispetto al dato nazionale, che aumenta del 3,28%. Anche se aumentano le sanzioni, in quanto le sole irregolarità sono aumentate del 16%. Il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) rappresenta sempre il 15,5% di irregolarità contro il 12,8% della Toscana e il 16,2% nazionale.
«Inutile che il governo sbandieri come successo che le entrate contributive siano aumenta livello nazionale – rimarca Pagni –questo succede sempre più a discapito di lavoratori e pensionati che hanno subito un drenaggio fiscale di 25 miliardi di euro nel triennio 2022-2024. Mentre i lavoratori e i pensionati vengono impoveriti dall’inflazione e dal fisco regressivo, il governo destina sempre più risorse al riarmo invece che a sanità, scuola e servizi pubblici».
Territorio in crisi demografica. «C’è bisogno di mettere insieme competenze ed idee»
«Tutto questo succede mentre la popolazione invecchia sempre più, in una provincia che si spopola – dice Pagni – Il panorama demografico della provincia di Grosseto conferma infatti le criticità del territorio: nel 2024 la popolazione è di 215.802 abitanti (-488 rispetto al 2023), con il 29% di over 65 e solo il 10,3% di under 14. Il saldo naturale rimane negativo con 1.776 decessi in più rispetto alle nascite».
«Nonostante un tasso di immigrazione più alto rispetto a quello di emigrazione, non si colma il tasso negativo – rimarca Pagni – Il nostro è un territorio dove spesso anche l’immigrazione è segnata da lavoro precario e stagionale».
«Il rapporto Inps è chiaro – conclude – gli esigui dati positivi sono oscurati da quelli fortemente negativi che riguardano soprattutto il lavoro part-time, donne e giovani. Serve progettare il futuro del nostro territorio mettendo insieme competenze ed idee. Con una presa di responsabilità anche da parte di politica, associazioni datoriali, consulenti del lavoro e commercialisti, per puntare su lavoro dignitoso e serio. Per difendere il futuro del lavoro nel nostro Paese e nella nostra provincia, scenderemo in piazza il 25 ottobre a Roma e invitiamo tutte e tutti a partecipare insieme a noi»
