
SCARLINO – La segreteria provinciale dell’Ugl chimici, insieme alle altre segreterie e alla Rsu della Nuova Solmine, hanno avuto, presso Confindustria, il consueto incontro di aggiornamento annuale sulla situazione dello stabilimento di Scarlino, produttore di acido solforico.
Importante è capire, secondo l’Ugl Chimici, «l’andamento della fabbrica alla luce di due anni di fermo della vicina Venator, alla quale Nuova Solmine vendeva circa175 mila tonnellate di acido all’anno».
«L’ingegnere Luigi Mansi ci ha fin da subito illustrato la situazione della produzione dello stabilimento della Nuova Solmine, sottolineando come negli ultimi anni si sia ridotta a causa di variazioni significative di domanda e di costi – afferma Roberto Bocci, segretario provinciale Grosseto-Siena della Ugl -. La chimica di base sta affrontando molti problemi ed è continuamente messa sotto attacco. Inoltre la fermata dell’impianto della Venator, che acquistava acido solforico per circa il 30% della produzione dell’impianto scarlinese, ha spinto gli amministratori della Solmine a ricercare mercati esteri per recuperare una parte dei guadagni persi. Viene da sé che vendere all’estero tramite l’utilizzo di navi, ha un costo ben superiore che vendere ad una azienda che dista pochi metri. Tutto ciò ha ridotto i margini di guadagno e se anche ad oggi non hanno inciso sui lavoratori il futuro potrebbe essere sicuramente più difficoltoso».
«Certamente sappiamo benissimo che Venator è sempre stata un’azienda fondamentale per la Solmine ed oggi ne abbiamo avuto nuovamente dimostrazione, in quanto l’ingegnere Mansi ha dichiarato di aver presentato una manifestazione di interesse non vincolante per l’acquisto della Venator Italy. Eravamo usciti dall’incontro al Mimit – continua Bocci – con l’informazione che due/tre soggetti avevano manifestato interesse verso la Venator Italy, ecco, ora sappiamo con certezza che uno di questi è Nuova Solmine. A questo punto diventa fondamentale che il procedimento di vendita della Venator proceda il più velocemente possibile e senza intoppi perché, o sia la Solmine o sia un’altra società, il contratto di solidarietà è prossimo alla scadenza ed i Lavoratori della Venator hanno la necessità di avere, non solo la speranza, ma bensì la certezza di un futuro produttivo che garantisca stipendio e lavoro sicuro. In tutto questo non dimentichiamo mai i lavoratori dell’indotto, indotto che è stato praticamente azzerato».
Come segreteria Ugl «crediamo che sia importante in primis per i Lavoratori della Venator, ma anche per la Nuova Solmine, riuscire a trovare finalmente una soluzione a questa difficile situazione, che possa ridare un rilancio efficacie a tutto il polo chimico di Scarlino, che rappresenta il traino fondamentale di una Provincia dove lentamente il comparto manifatturiero sta scomparendo. L’industria è parte integrante del territorio grossetano e fargli la guerra senza se e senza ma, ha portato fino ad ora soltanto disoccupazione e povertà. Tutto deve stare insieme: lavoro, salute e ambiente. Sappiamo che questo è possibile e deve essere messa in campo da ogni attore in causa, tutte le azioni necessarie per superare questa profonda crisi che si protrae da molto tempo».