
GROSSETO – Una rivoluzione silenziosa sta per cambiare il volto dei viaggi aerei italiani. L’aeroporto Baccarini di Grosseto entra, con una piccola iniziativa, nel gruppo d’élite degli scali che offrono acqua gratuita ai passeggeri. Una piccola rivoluzione che trova spazio nella zona successiva a quella dei controlli di sicurezza, ponendo fine rincari e diatribe su un bene primario che negli aeroporti europei può arrivare a costare oltre 5 euro.
Il paradosso sembra aver raggiunto recentemente livelli surreali: talvolta risulterebbe più conveniente comprare l’acqua in aereo piuttosto che a terra. Alcune compagnie aeree offrono infatti una bottiglia da mezzo litro a tre euro/tre euro e mezzo. Prezzi che, per quanto elevati, risultano competitivi rispetto ai terminal aeroportuali.
Grosseto alla ribalta
L’aeroporto “Corrado Baccarini” di Grosseto, piccolo scalo della Maremma gestito dalla Seam SpA, con il comunicato di oggi rilasciato da Assaeroporti, si trova ora sotto gli riflettori nazionali come pioniere di una rivoluzione che coinvolge i principali hub italiani.
Secondo il comunicato di Assaeroporti diramato oggi 16 ottobre, infatti, Grosseto è già tra gli aeroporti che “con modalità differenti ma sempre senza alcun costo per i viaggiatori, garantiscono l’accesso all’acqua potabile in airside”. Una posizione di vantaggio che pone il piccolo scalo maremmano sullo stesso piano di giganti come Milano Malpensa, Roma Fiumicino e Napoli Capodichino.
Entro fine anno 22 aeroporti contro la speculazione: anche Pisa e Firenze
L’iniziativa, promossa da Assaeroporti, rappresenta una vera e propria piccola rivoluzione. Dopo gli eventi dell’11 settembre 2001, le nuove norme di sicurezza hanno vietato l’ingresso di liquidi oltre i 100ml nei controlli. Questa regola nata per la sicurezza si è trasformata spesso in un’opportunità di speculazione, costringendo i passeggeri a buttare le proprie bottiglie all’ingresso e a ricomprarle a prezzi gonfiati una volta superati i controlli.
Entro la fine del 2025, saranno 22 gli aeroporti italiani associati ad Assaeroporti che inizieranno ad aggirare il problema. Dotandosi di distributori gratuiti per il refill di borracce e bottiglie. Agli scali già virtuosi (Milano Malpensa e Linate, Napoli, Bologna, Cagliari, Torino, Olbia e Alghero) si sono aggiunti recentemente Bergamo, Palermo e Cuneo.
La lista dei nuovi aderenti è ambiziosa: entro la fine dell’anno arriveranno i distributori gratuiti anche a Catania, Pisa, Firenze, Trieste, Trapani, Pescara, Rimini, Comiso e Salerno. Un movimento che coinvolgerà oltre la metà degli scali italiani, trasformando un diritto negato in una realtà accessibile.
Il modello europeo: quando la legge funziona
Un esempio più virtuoso arriva dalla Francia, dove dal gennaio 2022 tutti i luoghi pubblici con più di 300 persone devono avere almeno un punto di approvvigionamento di acqua potabile gratuito. Legge che sembra a volte disattesa ma comunque in fase di applicazione. Altro esempio virtuoso è quello della Svizzera, dove in diverse stazioni si può già da tempo riempire gratuitamente la borraccia in fontanelle realizzate nei materiali e colori più svariati, e ridurre così i rifiuti in plastica.
Una rivoluzione che parte dal basso
L’iniziativa di Grosseto e degli altri aeroporti italiani rappresenta una rivoluzione dal basso, nata dalla pressione dei passeggeri e dalla sensibilità ambientale crescente. Non più spettatori passivi di una speculazione inaccettabile, ma protagonisti di un cambiamento che restituisce dignità al diritto più elementare: bere acqua senza dover svendere il portafoglio.
La Maremma, terra di tradizioni, si conferma sempre sensibile all’innovazione e ancora una volta capace di guardare al futuro senza dimenticare i valori essenziali. L’aeroporto Baccarini non è più solo una porta d’ingresso verso le bellezze della costa toscana, ma un simbolo di come anche i piccoli scali possano fare la differenza nella costruzione di un mondo più giusto e sostenibile.
Il futuro del trasporto aereo probabilmente passa anche da gesti concreti come questo, che restituiscono ai viaggiatori quello che non avrebbe mai dovuto essere loro tolto.