
GROSSETO – «L’Ombrone è il secondo fiume della Toscana per importanza, è un corridoio ecologico fondamentale e l’unico esistente, perché le aree limitrofe sono tutte zone coltivate – spiegano Angelo Gentili della segreteria nazionale Legambiente e Maurizio Zaccherotti, coordinatore nazionale Acquaviva Uisp -. Le ricadute sull’ecosistema legate alle azioni di taglio in atto sul fiume in località Voltina ed estese per altri 16 km in area Parco Regionale della Maremma, possono essere dannose non solo sulla vegetazione e sulla fauna, compreso quella ittica, ma aumentano la velocità di arrivo a mare delle piene, con possibili danni degli habitat fluviali a valle degli interventi e su quelli costieri, modifica il profilo del fiume e può comportare la cancellazione di alcune tracce dell’attività antropica portata avanti nei millenni».
«L’attività svolta in questi anni dalle nostre associazioni sul territorio ed in particolare sui fiumi si è caratterizzata per aver raccolto importanti informazioni di carattere ambientale. La logica degli interventi di rimozione/asportazione della vegetazione lungo i corsi d’acqua va assolutamente rivista in una chiave più ecologica senza tralasciare gli aspetti legati alla sicurezza. Proprio per questo, crediamo che debba essere preso in considerazione il parere inviato alla Regione da parte del comitato scientifico del Parco Regionale della Maremma, dove è espressamente scritto che tali azioni di taglio possono produrre ricadute sull’ecosistema fluviale e la funzione di connettività ecologica tra aree costiere e interne».
«A priori, quindi, non si può né essere certi della possibilità di lasciarla alla libera evoluzione, né della necessità di una sua rimozione, ma la decisione va presa caso per caso, in modo circostanziato, considerando vantaggi e svantaggi dal punto di vista idraulico, oltre che gli impatti ambientali legati ad eventuali interventi».
«La vegetazione arbustiva e arborea in alveo e riparia rallenta la corrente fornendo un considerevole contributo alla riduzione dei picchi di piena e dell’irruenza della corrente a valle. Non solo ma la vegetazione naturale pur essendo soggetta ad essere travolta dalle piene, può essere al tempo stesso un efficiente dispositivo per intercettare e trattenere gli alberi travolti (non solo dalle piene, ma anche dalle frane), riducendo così in molti casi il rischio di ostruzione dei ponti. Ancora più importante è la funzione legata al consolidamento delle sponde per mezzo dell’apparato radicale esteso che ne contrasta l’erosione».
«In linea di massima perciò, possiamo affermare che nei tratti di attraversamento di centri abitati a rischio, il taglio ultra-selettivo degli esemplari arborei troppo alti o pericolanti (mantenendo la vegetazione allo stadio arbustivo, flessibile) accelera il deflusso delle piene, riducendo i livelli idrici e le esondazioni; in questi casi quindi l’intervento è effettivamente auspicabile. Dove invece il pericolo di esondazione dei centri abitati è basso è indispensabile lasciare in piedi la vegetazione che rappresenta un corridoio ecologico indispensabile per il territorio».
«Quanto sopra scritto perciò riteniamo che i tagli in esecuzione in località Voltina siano dannosi per l’ecosistema e poco utili ai fini della sicurezza idraulica. Come associazioni facciamo appello affinchè si ponga fine al più presto a questi tipi d’interventi e si acceleri sulla realizzazione del contratto di fiume».