
GROSSETO – «Grosseto è l’unica città che ha venduto la piazza della stazione» è il commento del consigliere comunale del M5S Giacomo Gori a seguito della notizia del parcheggio che sorgerà alla stazione per i dipendenti del Fiora.
«Era il 2013 quando l’allora consigliere comunale di opposizione, Fabrizio Rossi, contestò – seppur in modo molto più flebile rispetto al sottoscritto – la scelta del Comune di Grosseto di cedere una consistente porzione della piazza della stazione ad Acquedotto del Fiora (AdF). Oggi, quel consigliere è assessore all’Urbanistica di Grosseto, al governo della città da quasi dieci anni e anche parlamentare della Repubblica. Si mostra eccessivamente trionfante, in selfie e video con il gruppo “fotogenico” della maggioranza, a presentare un progetto di riqualificazione che è un vero e proprio insulto alla città. Un progetto che si limita a spargere un po’ di ghiaia davanti alla stazione, trasformando l’area in un parcheggio privato con tanto di sbarra antintrusione, ad uso esclusivo dei soli dipendenti di Acquedotto del Fiora».
«In sintesi, nonostante ricopra ruoli di governo e detenga un notevole potere, l’assessore ha agito in modo incomprensibile: anziché riportare la città in possesso di quella porzione di piazza, rimediando a una scelta deprecabile della precedente amministrazione di centrosinistra, ha ignorato il problema per nove anni, lasciando che sporcizia e degrado accogliessero i turisti in arrivo. Ha anche disatteso la nostra mozione di febbraio 2024, con cui elencavamo in modo preciso e puntuale quattro percorsi distinti per la riappropriazione dell’area da parte dell’amministrazione. Per giunta, ha emendato la mozione dichiarando di essere perfettamente d’accordo e, adducendo problemi interni alla maggioranza, ha promesso l’attuazione del dispositivo originale, anche se emendato, una promessa mai mantenuta. Ha sacrificato lo sviluppo urbanistico della città, accettando un progetto ridicolo e totalmente incompatibile con quel luogo e il suo significato, e ha compromesso la sicurezza dei cittadini che frequentano l’autostazione dei pullman, invalidata dalla rimodulazione del progetto per far spazio a quella vendita di tremila metri quadrati» prosegue la nota di Gori.
«E in tutto questo, l’assessore Rossi dichiara in un video di aver “riconsegnato la piazza della stazione ai Grossetani”? Siamo al paradosso! Una piazza della stazione dovrebbe essere un centro nevralgico della mobilità, un luogo di scambio e incontro, ma anche un simbolo di progresso e identità urbana; questi spazi dovrebbero evolvere da semplici nodi operativi a veri e propri hub di servizi, cultura e aggregazione sociale. A Grosseto, invece, no: nella nostra città, la piazza della stazione viene trasformata in terreno edificabile, venduta a un privato per realizzare il “palazzo del potere”, simbolo di supremazia finanziato con i soldi dei cittadini. Dopodiché, poiché il vero motivo di questa “pazzia” era legato a futili motivi di bilancio – e non certo alla realizzazione della sede che fortunatamente nel frattempo non è stata costruita – anziché riappropriarsi di un bene simbolo di alto valore “scippato” alla collettività, si acconsente a realizzarci una distesa di ghiaia».
«L’unico dilemma che resta è la provenienza della breccia: sarà quella della cava de La Bartolina o quella di Montorsaio? “Benvenuti a Grosseto!” reciterà il cartello gigante gentilmente offerto dal presidente di AdF, Roberto Renai, a tutti i grossetani e che sarà esposto davanti all’entrata della stazione di piazza Marconi. Grosseto, l’unica città che ha venduto la piazza della stazione! È tutto tremendamente vero».
