
GROSSETO – “Il segretario del Pd Giacomo Termine parla di sicurezza dai salotti, ma non sa cosa significa camminare tra la gente, nei quartieri dove la sera non si esce più tranquilli. È facile fare ironia da un palco circondato da quattro gatti, molto meno guardare in faccia la realtà che la sua parte politica ha contribuito a creare”.
Così Andrea Vasellini, candidato alle elezioni regionali con il generale Vannacci, replica con decisione alle parole di Termine pronunciate durante il comizio con Elly Schlein, quando — con un’allusione sprezzante — ha definito Vasellini “un personaggio che cerca accoltellamenti”, riferendosi all’episodio avvenuto giovedì scorso davanti al gazebo della Lega in via Roma, dove era presente lo stesso Vasellini.
“Termine non ha avuto nemmeno il coraggio di dire il mio nome — osserva Vasellini — forse perché sa che oggi rappresento quella parte del popolo che non si piega più alla retorica buonista. Ma non serve nominarmi: basta uscire dai loro salotti dorati per vedere cosa succede nelle nostre città. Non c’è bisogno di ‘andare in cerca di coltellate’: basta farsi un giro per le strade per capire che la Toscana non è più quella di una volta. È diventata il rifugio di chi delinque, di chi non rispetta le nostre leggi e la nostra cultura, tutto grazie alle porte spalancate dal Pd”.
L’esponente leghista sottolinea come la sinistra abbia perso ogni contatto con la realtà sociale: “Questi politici parlano di inclusione e accoglienza, ma non hanno la minima empatia verso chi vive davvero i problemi. Stanno rintanati nei loro circoli, fra aperitivi e frasi di circostanza, mentre fuori i cittadini chiedono solo sicurezza, ordine, decoro. Hanno importato il peggio da altri Paesi, senza alcun controllo, e oggi fingono stupore se la gente ha paura. La verità è che l’invasione l’hanno voluta loro, e adesso non sanno come gestirla”.
Infine, Vasellini conclude in pieno stile vannacciano: “La musica è cambiata. I toscani si sono stancati di chi predica bene e razzola male, di chi parla di diritti ma calpesta il diritto alla sicurezza. Noi vannacciani siamo in mezzo alla gente, non dietro un microfono. Siamo quelli che non hanno paura di dire che prima vengono i nostri cittadini, la nostra terra, la nostra civiltà. E presto — conclude — quelli come Termine e la Schlein dovranno rendersene conto: l’Italia dei salotti sta per finire, e quella del popolo sta tornando”.