
GROSSETO – “È passata l’estate ma la situazione non si normalizza nel presidio del Misericordia tant’è che l’attività chirurgica programmata continua ad essere ridotta. Il reparto, a quello che ci risulta, conta su una dotazione organica di 24 posti letto ma ha funzionato per tutto il periodo estivo con 16 posti letto e per il prossimo futuro questa situazione rimane confermata”. A dirlo sono Sergio Lunghi e Luciano Fedeli della Uil Fpl Area Vasta Sud Est.
“Tutto questo comporta un disagio anche per i lavoratori – proseguono -: quelli in esubero nel reparto, come ci viene comunicato sono destinati agli altri reparti ospedalieri e questo comporta un problema anche dal punto di vista professionale dal momento che per le prestazioni sanitarie vengono richieste formazione e professionalizzazioni specifiche. Non solo, la predisposizione di turni dovrebbe essere comunicata con anticipo al lavoratore ma nella realtà alcuni professionisti, infermieri e Oss, si ritrovano ad essere assegnati a turni in altri setting in modo improvviso e senza alcun preavviso.
Inoltre, e questo non è assolutamente conforme alle norme contrattuali, si verifica che il lavoratore sia messo in ferie forzate senza alcun preavviso ma con una semplice telefonata”.
“Una situazione che non è tollerabile – affermano dalla segreteria della Uil Fpl Lunghi e Fedeli – che non tiene conto delle normali procedure. Ma l’elemento più grave è rappresentato dal permanere della riduzione dei posti letto dell’area chirurgica che, oltre ai disagi ai lavoratori, genera ritardi e allungamento delle liste di attesa. Un sistema che non può essere tollerato da parte della Uil Fpl e che necessita di interventi di potenziamento dell’organico che, a partire dai pronto soccorso dei presidi, attraversa molti setting e coinvolge anche i servizi territoriali che hanno carenze ormai note negli organici. Auspichiamo che la sanità ritenuta da tutti i livelli istituzionali diritto fondamentale riceva non solo attenzioni e vi sia la volontà di invertire una rotta che penalizza il servizio pubblico e mette in crisi cittadini e mondo del lavoro”.