
ORBETELLO – “La legge regionale 65 del 2014, la cosiddetta Marson, è il simbolo di una Toscana che ha scelto la burocrazia al posto dello sviluppo. Una legge nata con l’obiettivo di tutelare il territorio, ma che in realtà ha finito per bloccare ogni possibilità di crescita e investimento, soprattutto nelle aree più fragili e dimenticate come la Maremma” a dirlo Luca Minucci candidato al consiglio regionale per Fratelli d’Italia.
Minucci annuncia la volontà “di rivedere radicalmente la legge 65, per restituire libertà, certezze e tempi certi a chi lavora e investe in Toscana”.
“Uno studio realizzato da professionisti toscani – spiega Minucci – dimostra quanto questa legge, con la sua eccessiva stratificazione di atti, vincoli e procedure, sia ormai incompatibile con le esigenze di un territorio che vuole crescere. Nel solo settore delle costruzioni, che rappresenta l’11% del PIL toscano, ANCE prevede per il 2025 un calo del 7,1%. A Grosseto l’edilizia pesa per l’11% dell’economia provinciale, ma ogni progetto resta intrappolato per anni tra piani, pareri e verifiche di conformità”.
“L’articolo 31 e la conformazione al Piano Paesaggistico – continua – sono diventati strumenti di paralisi, con iter che possono durare cinque anni o più, come nel caso del Piano Operativo di Orbetello. E tutto questo in una Regione dove le interpretazioni arbitrarie degli uffici finiscono per decidere cosa si può o non si può fare, bloccando persino opere pubbliche e infrastrutture strategiche”.
Per Minucci, la Marson “è figlia di una cultura politica che considera il lavoro e lo sviluppo nemici dell’ambiente. L’accordo tra PD, 5 Stelle e la deriva ambientalista di AVS segna il ritorno a un ambientalismo ideologico e punitivo. Così si spaventano gli investitori, si scoraggiano le imprese e si condanna la Toscana – e la Maremma in particolare – a vedere scappare lavoro, famiglie e opportunità”.
“Proteggere il territorio non significa congelarlo. Significa valorizzarlo con equilibrio, con norme semplici, tempi certi e una visione moderna, capace di coniugare ambiente, economia e qualità della vita. Noi vogliamo una legge nuova, che metta al centro la persona, l’impresa e il diritto al lavoro, come richiama la stessa Costituzione.”
“È tempo di superare una normativa che ha tradito lo spirito della Toscana produttiva e viva, e che ha lasciato il campo alle interpretazioni ideologiche della sinistra. Noi – conclude Minucci – vogliamo una Toscana che torni a costruire il proprio futuro, insieme, dando voce alla Maremma”.