
GROSSETO – Passando da Piazza Duomo ed alzando gli occhi, non al cielo, ma sul balcone del Palazzo Municipale, si nota un gran numero di bandiere. A quelle istituzionali, come l’italico Tricolore, quella della Regione Toscana, quella Civica e dell’Europa, se ne aggiungono altre tre. Manca però all’appello la bandiera “Arcobaleno della Pace”. Esposta al tempo del Sindaco Bonifazi e dell’Assessore Ferretti sul balcone comunale, è divenuta subito per alcuni, una sorta di fastidioso mal di pancia. Ad essa sono state accostate ideologie politiche, posizioni di partito, identificandovi movimenti trasversali e gruppi no global. Quasi che il suo sventolare, rappresenti un disturbo e qualcosa di parte.
Vero o falso !? Senza andare a valutare usi e costumi o certe prassi, più consone a squadre e tifoserie di calcio che non alla politica, vorremmo riflettere un poco su questo fenomeno, affrontando un breve viaggio nell’allegoria e nel simbolismo, con il tentativo di dissipare luoghi comuni, errate interpretazioni e illegittime appropriazioni. Partendo dall’assioma, rafforzato dalla frase presente nell’”Esodo” che ogni bandiera è un richiamo verso il cielo ed ha una funzione di contrassegno, anche la “bandiera della Pace” non è estranea a questa significazione. Peraltro, trattandosi di un “Arcobaleno”, ci viene addirittura in aiuto la tradizione cristiana che interpreta questo insieme di colori, come il segno che l’ira divina si è placata, che è stata stipulata una nuova alleanza e si apre una nuova strada. Lo confermano le parole stesse pronunciate da Dio: “Ecco il segno dell’alleanza che io metto tra voi e me, fra voi e gli esseri viventi”.
Un messaggio rivolto nella “Genesi” a Noè, con quel “…questo è il segno dell’alleanza che io metto fra me ed ogni creatura che è sulla terra”, ma che si espande a tutti gli uomini. Perché dunque ripudiare la “bandiera arcobaleno” ? La sua significazione, antica e classicheggiante, non ci pare sia stata inventata da partiti politici o coalizioni. L’immagine del Cristo in gloria, sia bizantino che romano, troneggia spesso in mezzo ad un arcobaleno. I suoi sette colori sarebbero le sette facce del centro del mondo ed anche secondo San Martino, famoso per la metà del suo mantello, generosamente donata ad un mendicante e per la sua “estate di San Martino” (11 novembre) i colori dell’arcobaleno, sono da considerare come simboli delle virtù intellettuali. Allegorie rintracciabili in ogni cultura, per quel rapporto tra cielo e terra, tra dei e uomini, che imprimono all’arcobaleno valenza di linguaggio divino.
Detto questo, perché allora rinnegare certe nobili simbologie, perché incaponirsi e ripudiarle !? La “bandiera arcobaleno della Pace” è proprietà culturale di tutti, qualcosa di universale, di vero richiamo al fatto accaduto ( ed anche in questi tempi auspicato ) che l’ ”ira si è placata” o “…si possa placare”. Aggiungerla alle altre, anche senza intonare in coro la vecchia canzone “E splende l’arcobaleno”, sarebbe di fatto, solo una rispettata par condicio dei vessilli: rifletteteci !!