
GROSSETO – “Oltre 40.000 giovani toscani non lavorano e non studiano: una cifra che fotografa un’emergenza sociale e generazionale sempre più evidente. Secondo le ultime rilevazioni Istat, il tasso di disoccupazione giovanile in Italia si attesta intorno al 19,4%, più del triplo rispetto alla media complessiva del 6,2%, e nella nostra regione la situazione non è diversa. L’Irpet stima circa 70.000 ragazzi tra i 15 e i 29 anni nella condizione di Neet, cioè senza impiego né percorsi di formazione attivi”. Numeri che per l’avvocato Jurij Di Massa, candidato al Consiglio Regionale per Fratelli d’Italia, rappresentano “una ferita aperta per la Toscana, dove sempre più giovani laureati e diplomati sono costretti a cercare altrove opportunità di lavoro e di vita”.
Per affrontare questa emergenza, Di Massa propone l’istituzione di un “Bonus di Stabilizzazione Giovani Toscana”: “Un piano strutturato che unisca incentivi alle imprese e formazione continua per i lavoratori più giovani. La misura prevede un fondo regionale da 10 milioni di euro l’anno, cofinanziato con risorse europee, destinato alle aziende che assumono under 35 con contratti a tempo indeterminato o che trasformano rapporti precari in occupazioni stabili. Ogni giovane assunto potrebbe inoltre beneficiare di un voucher formativo fino a 2.000 euro da spendere in corsi di aggiornamento o certificazioni professionali”.
“La proposta include anche la creazione di patti territoriali per l’occupazione giovanile, con il coinvolgimento di Comuni, istituti tecnici, università e imprese locali, per favorire il collegamento tra formazione e mercato del lavoro nelle diverse aree della regione. L’obiettivo – spiega Di Massa – è passare dalla logica dei corsi a quella delle opportunità concrete, costruendo un sistema che premi chi investe sui giovani e restituisca fiducia a una generazione oggi sospesa tra precarietà e fuga.
Secondo il candidato grossetano, la Regione “deve tornare a essere un motore di crescita e non solo un gestore di fondi: non bastano tirocini e bandi episodici, serve una visione di lungo periodo che restituisca dignità al lavoro e renda la Toscana una terra dove restare, non da cui partire”.