
GROSSETO – Il dumping contrattuale continua a rappresentare una minaccia per la qualità del lavoro e la tenuta del sistema imprenditoriale italiano. A livello nazionale, sono oltre 1.000 i contratti collettivi depositati al Cnel, ma soltanto una parte è sottoscritta da organizzazioni realmente rappresentative. Nei settori del terziario e del turismo – strategici anche per la Maremma – si contano più di 250 Ccnl, ma la stragrande maggioranza dei lavoratori è coperta da pochi contratti principali, tra cui il Ccnl Terziario, Distribuzione e Servizi firmato da Confcommercio, il più applicato in Italia con circa 2,5 milioni di addetti.
Accanto a questi, proliferano i cosiddetti “contratti pirata”: oltre 200 testi, firmati da sigle minori, che coinvolgono circa 160mila dipendenti e più di 21mila aziende. Contratti che offrono salari più bassi (fino a 8.000 euro annui lordi in meno), minori tutele su malattia e infortunio, riduzione di ferie, permessi e welfare, oltre a maggiore precarietà. Una concorrenza al ribasso che penalizza le imprese corrette e produce un mercato del lavoro frammentato, fragile e poco competitivo.
Secondo l’analisi condotta per Confcommercio da Michele Faioli, sulla base dei dati Cnel aggiornati a settembre 2025, Grosseto si colloca al 44° posto in Italia, con una diffusione del 3,23% di contratti pirata nel 2024: “Si tratta di un dato che, pur collocando la provincia fanalino di coda in Toscana, è comunque più virtuoso rispetto a molte altre aree del Paese, dove il fenomeno raggiunge livelli decisamente più preoccupanti”.
“Le imprese del nostro territorio si confermano in larga parte corrette e responsabili – commenta Gabriella Orlando, direttore di Confcommercio Grosseto – perché scelgono di applicare i contratti collettivi maggiormente rappresentativi, riconoscendo che il rispetto delle regole non è soltanto un obbligo ma anche un elemento di competitività. Questa scelta ha contribuito a contenere la diffusione dei contratti pirata nella nostra provincia, tutelando la dignità del lavoro e la qualità delle relazioni industriali. Allo stesso tempo, però, il fenomeno resta insidioso e va affrontato con decisione: occorre rafforzare i Ccnl di qualità, vigilare sulla loro corretta applicazione e valorizzare la bilateralità, che garantisce servizi e tutele aggiuntive a lavoratori e imprese sane”.
Orlando sottolinea inoltre l’importanza delle proposte avanzate da Confcommercio a livello nazionale: “Servono criteri chiari per misurare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali e datoriali, l’obbligatorietà del codice unico dei Ccnl in ogni contratto di lavoro, un sistema di monitoraggio più efficace e la definizione di perimetri contrattuali certi. Solo così si eviterà la proliferazione incontrollata di contratti non rappresentativi e si garantirà che la concorrenza tra imprese si giochi sulla qualità dei prodotti e dei servizi, e non sullo sfruttamento del lavoro”.
“Il dumping contrattuale, conclude Confcommercio Grosseto, colpisce in modo particolare i territori economicamente più fragili, accentuando gli squilibri territoriali e frenando lo sviluppo complessivo del Paese. La Maremma, pur con numeri relativamente contenuti, non può abbassare la guardia: la lotta ai contratti pirata è una battaglia di civiltà, che riguarda imprese, lavoratori e la coesione sociale dell’intero territorio”.