
GROSSETO – Ti è mai capitato di sentirti super carico dopo un pasto ricco di carboidrati e poi all’improvviso crollare come una batteria scarica? Succede perché l’abbondanza dei carboidrati semplici provoca un picco glicemico, cioè un rapido innalzamento di zuccheri nel sangue il quale a sua volta scatena un’ondata di insulina, l’ormone che permette agli zuccheri ematici di entrare nelle cellule e diventare energia.
Se ciò capita saltuariamente, non è un grosso problema ma se il nostro corpo è esposto costantemente a questi sbalzi può diventare resistente all’insulina. Come sempre la natura ci offre delle soluzioni sorprendenti per migliorare la sensibilità insulinica e moderare la glicemia.
IL GELSO BIANCO è il poliziotto che mette un bel semaforo rosso agli zuccheri prima che entrino nel sangue. Le foglie di gelso contengono una molecola che inibisce l’enzima responsabile della digestione degli zuccheri impedendo che vengano assorbiti troppo rapidamente dall’intestino. L’attività del gelso si traduce perciò in un minore aumento della glicemia dopo i pasti e in una ridotta richiesta di insulina, e dato che la resistenza insulinica è spesso collegata all’aumento di peso il gelso può essere un valido alleato anche a chi vuole mantenersi in forma.
GYMNEMA è una pianta straordinaria che cresce in India, Africa e Australia nota per l ‘incredibile effetto anti zucchero; infatti interviene sul metabolismo dei carboidrati con attività ipoglicemizzante, aiutando il corpo ad utilizzare meglio il glucosio. Alcuni studi recenti dimostrano che la sua assunzione per 3 mesi riduce significativamente i livelli di glicemia post prandiale e l’emoglobina glicata parametro chiave per tenere monitorato il diabete.
MAITAKE tra gli ultimi studi effettuati è uno degli ultimi ritrovati; un fungo ricchissimo di beta-glucani, fibre speciali che rallentano l’assorbimento intestinale di zuccheri e migliorano la sensibilità all’insulina. Il maitake inoltre contiene enzimi responsabili della digestione dei carboidrati, rallentandola ed evitando quindi picchi glicemici improvvisi; in pratica è come se mettesse un rallentatore al metabolismo degli zuccheri facendoli entrare nel sangue lentamente e in modo controllato.
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