
GROSSETO – «La vicenda dell’impianto sportivo di Roselle è arrivata a un punto di non ritorno» a dirlo i consiglieri comunali Davide Bartolini (Partito Democratico), Carlo De Martis (Grosseto Città Aperta), Giacomo Gori (Movimento 5 Stelle), Giacomo Cerboni (Gruppo Misto di Minoranza), Valerio Pizzuti (Liberali, Riformisti e Socialisti).
«Nei giorni scorsi sulla scrivania del sindaco di Forza Italia Antonfrancesco Vivarelli Colonna, dell’assessore Fabrizio Rossi e del vicesindaco Bruno Ceccherini, è piombata la richiesta di Banca Tema di rientrare dalle rate non pagate del mutuo acceso dall’US Grosseto 1912, per oltre 65 mila euro, e relativo proprio all’impianto sportivo. Mutuo che, ricordiamo, il Comune aveva garantito nel 2018 per un importo di 3 milioni di euro».
«Punto di non ritorno perché questo fa decadere di diritto la convenzione con l’Us Grosseto 1912 e il Comune ha l’obbligo di revocare la Concessione, come stabilito dalla deliberazione del Consiglio comunale n. 94 del 28 maggio 2018 – proseguono i consiglieri -. Inoltre, come ricevuto in un’ultima nota della Banca, viene chiarito che, qualora l’inadempimento contestato non fosse sanato con il pagamento entro l’11 ottobre, potrà immediatamente scattare la clausola risolutiva espressa. Questo significa che, se l’US Grosseto non dovesse adempiere, il giorno successivo il Comune sarebbe chiamato a coprire come garante un’esposizione di 2 milioni e mezzo di euro».
«La situazione è grave e l’opposizione consapevole dell’enorme disagio che cadrà sui ragazzi, sui giovani e sugli sportivi che frequentano il centro di Roselle chiede che il Comune individui immediatamente una soluzione che permetta la prosecuzione delle attività sportive ma non senza eludere il dovere amministrativo dell’Ente. Solo così si evitano contenziosi, si tutelano i diritti delle altre società sportive e dei grossetani e si impedisce che Grosseto resti ostaggio di situazioni analoghe».
«Peraltro, la stessa società, con una nota stampa del 22 settembre, ha ammesso di aver scelto la morosità come “segnale di risentimento” verso l’Amministrazione accusata di non aver impiegato un contributo di 250.000 messo a disposizione dalla Regione per miglioramenti dell’impianto di Roselle. Un comportamento che, al di là dei toni, ha prodotto effetti automatici: risoluzione della concessione e attivazione delle clausole a carico del Comune. A questo si aggiunge una situazione economica problematica: dal bilancio approvato dall’US Grosseto Srl al 30 giugno 2024 emerge una perdita di 40.000 euro, dopo un esercizio precedente chiuso anch’esso in forte negativo» continua la nota.
«L’opposizione ha depositato un’interrogazione che sarà discussa in Consiglio comunale il 29 settembre per chiedere chiarezza e trasparenza. È doveroso che i grossetani sappiano come sono stati gestiti i soldi pubblici e quali responsabilità politiche hanno portato a questa situazione. Stupisce e preoccupa il silenzio del sindaco e della sua maggioranza, pronto ad intervenire immediatamente su ogni questione di carattere internazionale ma silente sulle vicende di casa nostra. ancor più grave appare l’ambiguità di Fratelli d’Italia e del suo esponente di punta, il deputato Rossi, che ha sostenuto questa operazione e oggi difende l’indifendibile».
«Non è la prima volta che politica e interessi si intrecciano; ma la molto discutibile decisione del presidente Giovanni Lamioni, di schierare apertamente sul campo della politica una storica associazione di categoria come Confartigianato alle elezioni comunali del 2021, ha oggi reso visibili tutte le conseguenze negative. L’asse Lamioni-Rusconi, entrati nel governo della città attraverso Confartigianato e oggi organici a Fratelli d’Italia, mette in difficoltà l’Amministrazione con atteggiamenti ritorsivi e provocatori» proseguono i consiglieri di opposizione.
«In questa vicenda, invece di tutelare il bene pubblico, il Comune ha lasciato campo libero a chi ha trasformato un impianto sportivo in terreno di scontro politico, facendolo ricadere sulle spalle dell’amministrazione e quindi dei cittadini. Per questo chiediamo con forza che l’Amministrazione comunale si attivi immediatamente predisponendo gli atti necessari per garantire la liquidità di almeno 65.000 euro entro il 10 ottobre. Qualsiasi ritardo esporrebbe il Comune e i cittadini a un rischio finanziario enorme e ingiustificato. Il sindaco e la giunta non possono restare in attesa degli eventi: serve un contatto costante con la banca e un piano preciso per evitare che la città si ritrovi improvvisamente a sorreggere un debito insostenibile».