
GROSSETO – Sono circa 10mila i cacciatori maremmani che domenica torneranno nei boschi con cane e doppietta. Sono divisi tra i due Atc, il 7, quello più popoloso, che comprende Grosseto, l’Amiata e la zona sud composto da oltre 6.700 cacciatori e il 6, Colline Metallifere e zona nord che ne conta circa 3mila.
È Gaetano Zambrini, presidente provinciale Federcaccia, che fa un bilancio della stagione venatoria alle porte. «La terza domenica del mese apre la caccia generale, che comprende quasi tutte le specie ad esclusione di qualche uccello. Il cinghiale invece è rinviata al 1 ottobre».
Per quanto riguarda la distribuzione dei cacciatori «Sulla lepre è ben distribuita su tutta la provincia, mentre per il fagiano è un po’ più a macchia di leopardo».
Cinghiale
«Per il cinghiale, come lo scorso anno, l’apertura è anticipata al 1 ottobre e non più, come da tradizione, al 1 novembre, questo per la diffusione degli animali e anche per anticipare la peste suina che si sta avvicinando dal nord Italia». Per quanto riguarda la stagione molto secca, secondo il presidente non ha influito sulla presenza di animali, per quanto riguarda i cinghiale ad influire è più il cibo naturale se mangiano partoriscono in primavera. «Per quanto riguarda i fagiani, invece, le piogge primaverili hanno ritardato lo sfalcio della fienagione e questo ha favorito le covate».
Negli anni la caccia ha perso il suo appeal «siamo tutti “brinati”» commenta Zambrini facendo riferimento ai capelli bianchi dei cacciatori. «Dai 50 in su. La vecchia guardia. Questo un po’ dispiace, perché in Maremma la caccia è tradizione, è la nostra storia. Forse dipende dai costi, o da che non c’è più migratoria, o magari sono cambiati gli interessi dei giovani. Quest’anno abbiamo avuto solo 100 ragazzi che hanno fatto l’esame per il porto d’armi da caccia. Si tratta di un esame regionale, molto severo».