
GROSSETO – Dopo la grande partecipazione alla fiaccolata per la pace del 6 settembre a Grosseto, quando centinaia di persone hanno acceso una luce sulle Mura medicee a sostegno della Global Sumud Flotilla e del popolo palestinese, la Cgil Grosseto rilancia l’impegno con lo strumento più forte che i lavoratori hanno a disposizione: lo sciopero generale.
Venerdì 19 settembre la Cgil Toscana, con tutte le sue categorie, ha proclamato lo sciopero generale regionale, con tre manifestazioni a Firenze, Livorno e Siena. La Cgil Grosseto parteciperà al corteo di Livorno, che prenderà il via con il concentramento fissato alle ore 10 da Piazza del Luogo Pio, concludendosi simbolicamente al porto di Livorno.
Per favorire la partecipazione da Grosseto, è stato organizzato un servizio di bus con partenza dal parcheggio davanti al Cinema di via Canada alle ore 07:30. Stesso servizio farà tappa anche a Follonica, in viale Europa davanti alla sede Cgil, alle ore 8:15.
Per prenotare il proprio posto è possibile contattare la Cgil Grosseto al numero 346 804 1543.
«A Gaza si sta consumando una tragedia di proporzioni mai viste – afferma Monica Pagni, segretaria generale Cgil Grosseto – La Cgil celebra all’articolo 2 del proprio statuto l’importanza della pace e della solidarietà, anche per questo non possiamo restare fermi davanti a quello che anche l’Onu chiama un genocidio. Un atto sconsiderato che mette a rischio la sopravvivenza di un intero popolo. Dove non c’è umanità non ci può essere giustizia sociale, né libertà, né democrazia».
L’adesione della Cgil Grosseto alla manifestazione di Livorno che si concluderà al porto, significa manifestare vicinanza a Gaza ma anche ai lavoratori portuali, portando dalla Maremma anche un forte valore simbolico. «Livorno è il maggiore porto della Toscana, uno dei più importanti in Italia – ricorda Pagni – e merita ricordare il ruolo che i portuali in tanti Paesi hanno e hanno avuto nel contrasto alla circolazione delle armi e nel sostegno alle imbarcazioni della Global Sumud Flottilla».
«Concludere la manifestazione al porto di Livorno – sottolinea Pagni – significa affermare che il Mediterraneo deve tornare a essere un mare di pace e di incontro. I nostri porti non possono essere luoghi di transito di armi e di morte, ma approdi di persone, culture e speranze».
La Cgil Grosseto a Livorno per chiedere pace e sicurezza per la Palestina
Con la mobilitazione del 19 settembre la Cgil chiede il raggiungimento di obiettivi chiari e immediati: fermare ogni intervento militare nella Striscia, aprire corridoi umanitari, garantire la sicurezza della popolazione civile e di tutte le missioni in corso, compresa la Global Sumud Flotilla, sospendere ogni accordo di cooperazione commerciale e militare con Israele fino alla cessazione della guerra e all’occupazione della Cisgiordania, rimuovere l’embargo e riconoscere lo Stato di Palestina. La Cgil inoltre chiede che i governi e le istituzioni internazionali si adoperino immediatamente per fermare ciò che sta accadendo, fino ad arrivare alla convocazione di una conferenza di pace sotto egida Onu.
«La Cgil Grosseto – continua Pagni – sarà in piazza a Livorno insieme a migliaia di lavoratori e cittadini perché la pace non si invoca soltanto, ma si costruisce con la mobilitazione. Se i governi restano indifferenti, tocca a noi muoverci: i lavoratori, la società civile, tutte le persone che non vogliono girarsi dall’altra parte».
La Cgil sottolinea che lo sciopero si terrà nel pieno rispetto delle normative, con esclusione dei settori chiamati a garantire servizi essenziali. In quei comparti si svolgeranno assemblee nei luoghi di lavoro, per ribadire anche lì il rifiuto della guerra e la necessità della pace.
«Le guerre – conclude Pagni – sono spesso promosse da chi detiene il potere per i propri interessi, come vediamo in diverse altre zone del mondo. Allo stesso modo vediamo come a pagarne il prezzo sono sempre i più deboli: uomini, donne, bambini innocenti. E noi, come sindacato che tutela lavoratrici e lavoratori e quindi le persone e la loro dignità, abbiamo il dovere di alzare la voce e scendere in piazza. Non ci fermeremo finché non sarà messo fine a questa barbarie».