
CAPALBIO – È morto sul colpo, il designer di fama internazionale Alessandro Loschiavo, 59 anni, a bordo della sua auto, dopo essersi scontrato con un camion sull’Aurelia, in località La Torba nel tratto fra Capalbio ad Ansedonia.
Un’altra vittima di un tratto di strada “maledetto”.
Una frazione di secondo, uno scontro terribile
Dopo lo scontro con l’auto, il tir ha terminato la sua corsa contro un caseificio, causando il crollo parziale della tettoia e rimanendo incastrato sotto la struttura mentre l’auto di Loschiavo si è ribalta e lui è rimasto incastrato all’interno del veicolo. I Vigili del fuoco hanno lavorato a lungo per estrarre la vittima dalle lamiere della macchina, rimuovere il mezzo pesante e verificare le condizioni di stabilità dell’edificio.
Anche il camionista è rimasto ferito nello scontro, è stato ricoverato all’ospedale di Grosseto. Fortunatamente non sarebbe in pericolo di vita.
Nel caseificio si trovavano quattro persone: tre sono riuscite a mettersi in salvo, mentre una quarta è rimasta ferita in modo lieve da alcuni calcinacci caduti durante il crollo del tetto.
La vittima: il designer 59enne Alessandro Loschiavo
Secondo i primi rilievi Alessandro Loschiavo stava percorrendo l’Aurelia sulla sua auto quando si è scontrato contro un tir. Finito fuori strada, il veicolo del 59enne si è ribaltato.
Residente da tempo a Milano, il designer era noto in tutto il mondo per le sue opere d’arte e per aver curato esposizioni in tutta l’Italia.
«Nato a Roma, laureato presso l’Istituto di Design Industriale (I.S.I.A.), vive e lavora a Milano dal 2000- si legge sul sito ufficiale del designer -. Ha ricevuto per otto anni il Good Design Award dal Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design e un suo articolo di design fa parte della collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano. I suoi lavori sono stati esposti in diversi musei e gallerie in Europa, Cina, Giappone e Stati Uniti, come il Chelsea Art Museum di New York, il Science & Technology Museum di Shanghai e il Today Art Museum di Pechino. Co-fondatore e responsabile del design di Aliantedizioni, marchio di una collezione di complementi d’arredo, collabora con altre aziende e istituzioni come consulente di design, curatore di mostre, docente e fotografo».
Il sindaco: «Un cimitero a cielo aperto»
“Ancora una volta registriamo una tragedia sull’Aurelia – commenta Gianfranco Chelini, sindaco di Capalbio -, sempre più ormai un ‘cimitero a cielo aperto’. Questo non è più sostenibile, i capalbiesi sono costretti a tenere una contabilità macabra delle morti che sono avvenute in questo tratto di strada”.
“I decessi sull’Aurelia, probabilmente, sono superiori a quelli del Ponte Morandi, però sembra che da noi lo scoramento duri solo lo spazio di una mattina. Tutti i partiti di governo che si sono succeduti nel tempo, senza distinzione di colore politico, hanno promesso di sistemare l’Aurelia, giurandolo con ancor più forza quando occupavano gli scranni dell’opposizione. Registro, però, che l’unico che davvero abbia fatto qualcosa di concreto per l’Aurelia sia Altero Matteoli, persona che su questo tratto ha purtroppo perso la vita”.
“Questo non è più consentibile, non si può più tergiversare sull’arteria più pericolosa per indice di incidentalità dell’Italia. Bisogna tenere la schiena dritta e invito tutti i sindaci, i presidenti della Provincia di Grosseto e della Regione Toscana e i parlamentari di collegio a fare un’azione congiunta perché questo scempio deve assolutamente terminare”.



