
CINIGIANO – “Incontri d’arte dal mondo”, il Simposio di scultura promosso dalla comunità monastica di Siloe con la collaborazione progettuale dell’ufficio diocesano per la pastorale culturale, si prepara ad inaugurare la seconda sessione.
Dopo il buon riscontro della prima, che si è tenuta a maggio con quattro artisti provenienti da Canada, Argentina, Colombia e Israele, dal 7 al 21 luglio il monastero di Poggi del Sasso apre le porte ad altri quattro scultori, che per due settimane si immergeranno nella bellezza del contesto naturale delle colline maremmane e lì saranno chiamati a lavorare blocchi di marmo provenienti dalle cave di Carrara, per realizzare sculture legate al tema del Simposio, che è quello dei valori di fondo del Giubileo: la pace, la riconciliazione, il riposo della terra.
Il simposio, come spiegano gli organizzatori, è un invito a togliere il superfluo, a raggiungere il cuore della pietra e ad esprimere l’essenziale. “È l’arte del vuoto, un’arte che chiarisce e illumina, specialmente in una società in cui la terra, le piante, i minerali e persino le persone vengono sfruttati, mentre una quantità enorme di inquinamento viene prodotta a causa del superfluo. Un altro elemento fondamentale per la scultura – sottolineano ancora gli organizzatori – è il tempo: è necessario affinché l’opera emerga, prima nella mente dello scultore e poi nel materiale che viene lavorato. Questo tempo, il tempo dell’arte, è sacro”.
L’obiettivo del simposio è inviare un segnale importante sulla direzione che l’umanità, nella sua forma più elevata, desidera intraprendere. Da qui la scelta di invitare, in ognuna delle tre sessioni che caratterizzano l’iniziativa, quattro artisti provenienti da varie parti del mondo, spesso da Paesi in cui ci sono situazioni di tensione o che sono in conflitto con altri. Così, se nella prima sessione è stato possibile avere a Siloe l’artista israeliano Sascha Serber, in questa seconda i monaci accoglieranno l’artista palestinese Bashar Alhroub.
Bashar Alhroub è nato a Gerusalemme 48 anni fa ed è cresciuto ad Hebron, mentre attualmente vive e lavora a Ramallah. Dunque il suo contributo, anche in termini di testimonianza, potrà risultare utilissimo in questo frangente così drammatico per il Medioriente. Fra l’altro egli lavora con una varietà di media per esplorare i dilemmi di un luogo, interrogandosi sul suo ruolo per l’umanità e la sua influenza sulla creatività. Assieme a lui saliranno a Siloe per questa seconda sessione l’egiziano Ahmed Magdy, il portoghese Jaime Guilherme Branco de Carvalho e il toscano Lorenzo Vignoli, scultore che ha reso possibile ai monaci prendere contatti con tutti gli artisti che si stanno alternando al Simposio.
Ahmed Magdy, nato e cresciuto nell’Alto Egitto, terra di templi e monumenti dell’antico Egitto, ha vissuto circondato da valli, il Nilo, rive verdi e melodie folkloristiche. Questo mondo magico, con statue e sculture dell’antico Egitto – dalle colossali figure agli obelischi e alle piramidi – rappresenta una delle massime espressioni di creatività e capacità umana. Ahmed Magdy, scultore contemporaneo egiziano, segue le orme dei suoi antenati, rendendo omaggio ai suoi predecessori attraverso opere audaci e innovative.
Jaime Guilherme Branco de Carvalho, 42 anni, è originario di Lisbona. Nel 2010 si trasferisce a Roma dove inizia un corso di laurea in scultura, l’anno sucsessivo vince una borsa di studio della Regione Toscana, finisce gli studi all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Participa a Simposi di scultura, Mostre colletive e personali e Biennali artistiche.
Infine Lorenzo Vignoli, 44 anni, lucchese, ha dedicato la sua vita all’arte sin da bambino. A quattordici anni iniziò un apprendistato di quattro anni con un pittore impressionista locale. Ha proseguito la sua formazione frequentando scuole d’arte a Lucca, Chicago, Londra e Irlanda. Ha realizzato progetti su commissione in California, Irlanda, Australia, Rwanda, Israele, Bosnia, Brasile e Cina. Si prospetta, dunque, una bella sessione quella che si aprirà il prossimo 7 luglio.
“Gli artisti infatti – dicono i monaci – non si limiteranno a creare sculture, ma parteciperanno anche a interviste e conferenze, portando il loro messaggio al pubblico. Le loro opere, permanenti, saranno testimonianze durature di pace, connessione e bellezza, ispirando i visitatori presenti e futuri”.
Le iniziative collaterali
Come già nella prima sessione, anche in questo secondo step del Simposio, accanto all’attività artistica dei quattro scultori, ci saranno momenti ulteriori di incontro, preghiera, approfondimento. In particolare, lunedì 7 luglio, alle ore 21, una serata di presentazione dei quattro artisti partecipanti. Ospite d’eccezione sarà Izzedin Elzir, imam di Firenze, città in cui vive dal 1991. Originario di Hebron, è stato Presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UcoII) dal 2010 al 2018. Nel 2004 ha ricevuto il Premio Internazionale della Pace, della Cultura e della Solidarietà dal Centro Studi Giuseppe Donati di Pistoia, e nel 2012 il Premio Internazionale Giorgio La Pira. È presidente della Scuola fiorentina di alta formazione per il dialogo interreligioso e interculturale.
Venerdì 11 luglio è la festa liturgica di san Benedetto, patrono d’Europa. Alle 18.00 padre Stefano Piva terrà una conversazione dedicata alla figura di questo straordinario santo mentre alle 19.00 sarà celebrata la Messa solenne, presieduta dal vescovo emerito Rodolfo Cetoloni. Seguirà un’agape fraterna per la quale è chiesto di segnalare la presenza inviando un messaggio o telefonando al 347 9540768.
Lunedì 14 luglio, infine, alle 20.45, una serata dedicata alla Terra Santa, con le testimonianze del vescovo Bernardino e del cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Cet, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza.
Il simposio ha il patrocinio del Dicastero Vaticano per la cultura e l’educazione; della Diocesi di Grosseto; della Provincia di Grosseto; del Comune di Cinigiano e dell’impresa versiliese Ceam-commercio estero accessori marmo.