
FOLLONICA – “Il Consiglio comunale ha avviato il procedimento per la variante urbanistica dell’area dell’ippodromo. È un primo passo, atteso e necessario. Un passo che accogliamo con attenzione, senza pregiudizi, consapevoli che finalmente si inizia a rimettere mano a una delle vicende più annose e irrisolte della nostra città”. A dirlo è il consigliere comunale e capogruppo del gruppo misto di minoranza Giacomo Manni.
“Non si tratta di un atto risolutivo, ma di un segnale importante: si apre lo spazio per ripensare davvero il futuro di quell’area, che da troppo tempo è rimasta ferma, isolata, in attesa – prosegue -. La variante consentirà di superare il vincolo di gestione unitaria dell’impianto: una rigidità che ha tenuto bloccate strutture oggi scarsamente utilizzate o in disuso. Si potrà finalmente distinguere tra le funzioni sportive legate alle corse ippiche e le altre parti del complesso non funzionali all’attività come le foresterie; è una svolta importante, che apre nuove prospettive”.
“Le foresterie: da spreco a opportunità pubblica – afferma Manni -. Le 167 foresterie mai utilizzate rappresentano un’occasione preziosa, soprattutto in un contesto in cui a Follonica cresce il bisogno di case accessibili. Si può, e si deve, lavorare per renderle disponibili a chi oggi cerca casa: giovani coppie, famiglie, nuove residenzialità; con criteri chiari, sociali, aperti, ma ben strutturati. È l’occasione per trasformare uno spreco in un investimento: un quartiere vivo, integrato, ben connesso, e non un’area marginale o abbandonata. La variante consente per la prima volta di ipotizzare nuovi usi per le foresterie, compatibili con l’interesse pubblico e non più subordinati alla logica ippica. È l’inizio di un percorso di rigenerazione urbana concreto, da costruire insieme alla città”.
“Le corse ippiche sono un modello superato – afferma Manni -. Diciamolo con rispetto ma con chiarezza: il progetto originario dell’ippodromo non ha funzionato. Per vent’anni si è cercato di far decollare un’idea che non ha trovato cittadinanza reale. Le corse ippiche sono rimaste un evento per pochi, mentre l’impianto si è progressivamente svuotato di senso, di persone, di cura. È tempo di voltare pagina. Con questa variante si apre finalmente una discussione vera su cosa vogliamo fare di quell’area. Il mio auspicio, e quello di tanti cittadini, è che nei prossimi anni si abbia il coraggio di superare un modello fallito, e restituire significato e futuro all’intera zona. Ma dire basta con le corse non significa rinunciare alla presenza del cavallo, che può continuare ad essere una risorsa per il territorio, ma in una dimensione nuova. I box, le strutture, la clinica veterinaria possono trovare nuova vita se inseriti in un progetto più ampio, che veda il cavallo al centro di attività educative, ambientali, terapeutiche e turistiche. In sinergia con il Parco di Montioni, si può immaginare un polo dedicato all’equitazione naturale, alla cura degli animali e al turismo lento; una nuova visione che unisca ambiente, sport, formazione, inclusione. Un modo diverso, più attuale e coerente, per vivere il cavallo, restituendogli un ruolo culturale e territoriale, non competitivo né commerciale”.
“Una nuova visione per l’area: decidere insieme. Il nostro compito, oggi, è andare oltre – continua il consigliere -. Non basta una variante urbanistica. Serve un percorso vero di partecipazione pubblica: aperto, trasparente, non formale. Un confronto che metta in campo idee, bisogni, competenze. Un dibattito sul futuro di uno spazio che può diventare una risorsa collettiva, e non restare un vuoto urbano. Spazi per lo sport diffuso, per eventi, concerti, per la socialità. Un parco urbano, una cittadella dello sport, un luogo vissuto tutto l’anno, aperto, inclusivo. E perché no, un grande progetto di rigenerazione attraverso un partenariato pubblico-privato guidato dall’interesse generale, non da logiche speculative”.
“Il nostro impegno: proposte, non pregiudizi – conclude Manni -. Come opposizione seria, vigile ma non ideologica, continueremo a monitorare ogni passaggio, ma anche a portare proposte. Il nostro contributo è quello di chi non fa sconti, ma nemmeno battaglie strumentali. Siamo pronti a lavorare per trasformare questo primo passo in un percorso concreto, coraggioso e partecipato di rigenerazione urbana, costruito insieme alla città. Follonica lo chiede. Follonica lo merita”.