
MANCIANO – Domenica 15 giugno si è svolta, come da tradizione, l’iniziativa promossa dalla sezione Anpi di Manciano in occasione dell’anniversario della Liberazione del paese, avvenuta il 12 giugno 1944.
Un momento di memoria collettiva che si rinnova da dieci anni e che si è trasformato in un vero e proprio percorso storico e culturale tra le tombe del cimitero comunale, dove riposano partigiani, antifascisti, renitenti alla leva fucilati dai fascisti e cittadini impegnati nella lotta per la democrazia.
La manifestazione si è aperta alla presenza dell’assessore e vicesindaco Roberto Bulgarini. A introdurre il cammino è stato Francesco Sonno, classe 1929, testimone diretto di quel tempo: la sua famiglia, che gestiva la tenuta di Mezzano, durante l’occupazione nazifascista diede rifugio a partigiani, soldati sbandati, prigionieri di guerra e famiglie ebree come i Servi di Pitigliano. Nonostante il caldo e l’età, Francesco ha voluto essere lui stesso a deporre un garofano rosso sulla tomba di Giovanni Martinez, primo partigiano mancianese caduto in battaglia nel gennaio 1944. «L’ho adottato», ha detto con commozione.
A seguire, Lucio Niccolai, presidente dell’Anpi di Manciano, ha ricordato la figura dell’avvocato socialista Scipione Fabbrini, difensore dei braccianti della Lega di miglioramento tra campagnoli che, nei primi anni del Novecento, sotto la guida di Rinaldo Seri, occuparono le terre incolte dei latifondisti maremmani.
Daniele Pratesi ha raccontato le vicende di due sindaci: Lepanto Butelli, estromesso dai fascisti nel 1921, e Leto Morvidi, che fu il primo e unico sindaco in Italia a essere eletto direttamente nel 1945. L’ambasciatore Maurizio Melani ha poi offerto un ricordo personale del nonno Guglielmo Patrizi, socialista, membro del Comitato di Liberazione nazionale, fondatore della Cooperativa agricola e attivo nel dopoguerra come presidente della Lega proletaria ex combattenti e consigliere comunale.
Nel corso del presidio, i garofani rossi sono stati deposti anche sulle tombe di Luigi Chiavai, presidente del Gap; dei giovani catturati e fucilati a Case Sbraci; dei partigiani Italo Nanni, Achille Leoni, Clito Pratesi, Aldo Ricci, Leo Sbrulli; degli antifascisti e militanti mancianesi come Maria Pascucci, promotrice della cultura antifascista nei circoli cattolici, e Mariella Gori, che nella sua casa accolse il capitano Arancio, dando vita al primo nucleo della banda partigiana locale. Tra i ricordati anche Guido Gabrielli, già impegnato nell’Anpi e importante operatore culturale.
A dare voce alle storie e ai ricordi che hanno accompagnato ogni tappa del percorso sono stati, tra gli altri, Francesco Riva e Mariangela Serra, che hanno guidato i partecipanti in un viaggio nel tempo attraverso la memoria di chi ha lottato per la libertà.
Il cammino si è concluso davanti alla tomba di Lilio Niccolai (maestro, direttore didattico, sindaco, studioso, scrittore) che quest’anno avrebbe compiuto cento anni. A celebrarne la figura è stato il suo ex allievo Carlo Fastame. L’assessore Bulgarini ha infine ribadito l’impegno dell’Amministrazione comunale a promuovere, a partire da settembre 2025, un ciclo di iniziative pubbliche per approfondire e valorizzare il contributo di Niccolai all’amministrazione pubblica e alla cultura locale.
«Vogliamo dare rilievo a concittadini come Lilio Niccolai – dichiara Roberto Bulgarini – perché teniamo molto ai valori della democrazia, al senso di comunità. Vogliamo ricordare sempre i martiri della libertà e i nostri padri costituenti perché è grazie a loro se oggi possiamo vivere in un Paese libero e democratico. Ci ritroveremo presto per celebrare come è giusto che sia Lilio. Un ringraziamento speciale voglio farlo ai membri dell’Anpi di Manciano che portano avanti la memoria di un periodo difficile e complesso, perché è solo con la memoria che possiamo costruire un futuro migliore per le nuove generazioni, che grazie a questi eventi possono conoscere la storia locale e comprendere l’importanza di far parte di una comunità e avvicinarsi all’impegno politico e amministrativo».