
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – «Come avevamo già sottolineato nel nostro comunicato dei giorni scorsi, il tema dei fuochi d’artificio non è solo una questione di spese fuori misura, ma anche di metodo. Oggi, purtroppo, arriva una conferma evidente: quello che si sta tentando sembrerebbe proprio una manovra per costruire un consenso artefatto, più virtuale che reale» a dirlo Alfredo Cesario, Ianetta Giannotti, Mazzini e Aldo Iavarone.
«Parliamo del post sponsorizzato sulla pagina Facebook che promuove gli eventi estivi, in particolare i fuochi d’artificio. A una prima occhiata potrebbe sembrare molto apprezzato, con centinaia di “mi piace” e condivisioni di gran lunga superiore a quella media che la stessa pagina ottiene, di norma, sui post ordinari. Ma guardando meglio, emerge un dato preoccupante: molte di queste interazioni provengono da profili che nulla hanno a che fare con Castiglione, spesso privi di contenuti, senza amici, creati da poco e in alcuni casi con localizzazioni estere ed “esotiche”…».
«Si tratta della classica operazione da social media: si paga per aumentare la visibilità di un post e lo si fa girare su scala mondiale, ottenendo reazioni anche probabilmente automatiche da molti profili che non rappresenterebbero alcun cittadino reale – spiegano i consiglieri di opposizione –. Si crea l’illusione di un grande apprezzamento, ma in realtà si sta parlando con il vuoto».
«A rendere tutto ancora più discutibile è il fatto che la sindaca abbia votato, nel sondaggio spontaneo sui fuochi d’artificio apparso nei giorni scorsi, due volte: una volta con il profilo personale e una con l’account “Elena Nappi Sindaco”. Un gesto che, al di là dell’ironia, solleva interrogativi seri sull’uso degli strumenti pubblici e sulla credibilità del confronto con la cittadinanza» prosegue l’opposizione.
«Nel comunicato dei giorni scorsi avevamo già sollevato dubbi sull’opportunità di spendere 35.000 euro per quattro spettacoli pirotecnici, in un momento in cui servirebbero risposte su mobilità, decoro urbano, manutenzione e sicurezza. Ora si aggiunge un problema in più: si cercherebbe di far passare per condivisa una scelta che non lo è (come chiaramente indicato dal risultato del sondaggio spontaneo) ricorrendo a mezzi che nulla hanno a che vedere con una comunicazione trasparente».
«Questa non è partecipazione – concludono i consiglieri d’opposizione – sembrerebbe invece una costruzione di consenso a tavolino, pubblicità a pagamento vera e propria. Ma i cittadini castiglionesi sanno bene distinguere tra una comunità che partecipa davvero e un palcoscenico digitale dove si clicca e ci si vota da soli».
«Non solo paghiamo i fuochi, ma anche il consenso. Presto chiederemo alla Sindaca quanto ci è costata questa ennesima charade, approfondendo anche, visto che sul post sponsorizzato appaiono ben evidenti i marchi di soggetti commerciali privati, il loro ruolo preciso in tutta l’operazione».