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Politica

Immigrazione, la replica di Marini: «Amati ha una visione ideologica, chiusa e parziale del fenomeno»

Il sindaco: «Tema complesso che non può essere affrontato a colpi di slogan»

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Immigrazione, la replica di Marini: «Amati ha una visione ideologica, chiusa e parziale del fenomeno»
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ARCIDOSSO – “Consigliera Amati ho letto il suo ennesimo intervento sulla presenza di cittadini stranieri ad Arcidosso. Mi stupisco che ancora una volta le sue affermazioni si limitino ad una superficiale e propagandistica constatazione sulla presenza in paese di donne e uomini (e bambini) provenienti da varie parti del mondo evitando di inquadrare il fatto specifico in un fenomeno che sta investendo tutto l’occidente per trasformazioni economiche e sociali”. Così inizia la lettera aperta del sindaco di Arcidosso Jacopo Marini, in risposta alle critiche della consigliera di Fratelli d’Italia Amati sul tema dell’immigrazione.

“Prendo, allora, un po’ di spazio perché un tema così complesso non può essere affrontato a colpi di slogan – prosegue -. Mi accusa di avere un approccio ideologico al problema (è un caso che lei abbia fatto uscire il comunicato il giorno prima del referendum sulla cittadinanza?!) quando invece penso sia vero proprio il contrario. Cerco di governare una situazione che non ho creato io (è bene essere chiari su questo) in maniera molto pragmatica con gli strumenti che può avere un sindaco di un comune di 4300 anime. Lei, invece, sono anni che mi attribuisce responsabilità senza indicarmi però nessuna azione efficace da mettere in campo per gestire al meglio un problema che, tra l’altro, il comune di Arcidosso condivide con tanti altri comuni italiani. Per esempio con quello di Grosseto, amministrato da diversi anni dal centrodestra, che ha problematiche analoghe alle nostre per ciò che concerne la presenza di cittadini stranieri e molto ben più gravi e preoccupanti in ordine alla sicurezza pubblica”.

“In Italia è in atto, da tempo, un fenomeno di trasformazione sociale e di inevitabile convivenza tra etnie diverse – afferma Marini -. Ciò avviene anche ad Arcidosso e benché il processo qui inizialmente sia stato più lento in questi ultimi anni ha subito un’evidente accelerazione. Questo fenomeno è la conseguenza di due fatti che possiamo leggere come le due facce di una stessa medaglia: da una parte ondate di persone che scappano dalla guerra, dalla fame e da crisi climatiche, dall’altra il sempre più impellente bisogno di manodopera altrimenti localmente non garantita a causa del fenomeno della denatalità e del conseguente invecchiamento della popolazione, fenomeno che sta investendo tutto l’occidente”.

“Oggi, Guendalina, lo sa bene, la nostra economia rurale entrerebbe in crisi se non ci fossero nelle vigne, nei boschi e negli uliveti tanti lavoratori che lei definisce stranieri – continua Marini rivolgendosi alla consigliera -. Provi a domandare a tante aziende agricole come farebbero a produrre le nostre eccellenze senza il contributo e le capacità di questi ‘stranieri’. Forse senza quei lavoratori e lavoratrici oggi non potremmo neppure parlare di turismo enogastronomico. In tanti settori, dal sociale, all’edilizia, al turismo, all’industria manifatturiera senza l’apporto di cittadini stranieri andrebbero in crisi intere filiere economiche che producono Pil e, attraverso i contributi Inps, contribuiscono a pagare le pensioni a milioni di italiani. Possiamo essere d’accordo nel dire che la stragrande maggioranza di questi cittadini lavora regolarmente?”.

“Ma dalla convivenza occorre passare all’integrazione se vogliamo costruire comunità più armoniose e sicure, non c’è dubbio – dice Marini -. Ma lei davvero crede che un tema di questa portata possa essere gestito con i soli strumenti che possiede un sindaco di un comune piccolo come il nostro? Non crede che programmi seri di integrazione necessitino di politiche dal respiro quantomeno nazionale? Sono consapevole che i governi di centrosinistra in passato abbiano fatto poco in merito, ma sono altrettanto certo che un problema di questa vastità non potrà essere risolto ad esempio dal centro di accoglienza in Albania che al momento è una scatola vuota ed ha prodotto solo un inutile spreco di risorse pubbliche. Dal mio punto di vista serve attivare una serie di misure tese a favorire la conoscenza e, quindi, il rispetto delle regole della civile convivenza, partendo in particolare da percorsi di apprendimento della lingua italiana e della nostra Costituzione. Sono altresì persuaso che anche i cittadini stranieri devono fare la propria parte soprattutto per quanto riguarda i temi del sovraffollamento abitativo, i temi più generali del decoro urbano, quelli del rispetto dei diritti delle donne. Per questi processi occorre tempo e fiducia reciproca e la scuola può giocare un ruolo determinante in tal senso”.

“Mi duole farle notare che nel suo comunicato sono presenti anche delle inesattezze – va avanti il sindaco Marini -. Non è il sindaco che autorizza l’apertura di una casa di preghiera. Come non è il sindaco che concede spazi pubblici per momenti di preghiera in un giorno di festa per i tanti cittadini musulmani presenti ad Arcidosso. La Questura ha chiesto informazioni sulla casa di preghiera alla nostra polizia municipale e tutto si è svolto nel rispetto delle regole. Come nel rispetto delle regole è avvenuta la concessione di via Tibet per la preghiera della festa del sacrificio di Abramo che, tra parentesi, è un patriarca sia della tradizione cristiana-cattolica, sia di quella islamica che di quella ebraica. La libertà di culto è un fatto di grande civiltà di cui andare fieri, previsto peraltro dalla nostra Costituzione”.

“Cosa c’è allora di intollerabile se viene fatta una preghiera comunitaria durante una festa religiosa in via Tibet, così titolata per volere del grande Maestro Namkhai Norbu, illuminato propugnatore del rispetto tra i popoli e del valore evolutivo della cultura? Questi cittadini che pregano il loro Dio in un loro giorno di festa cosa tolgono agli arcidossini? Cosa tolgono agli arcidossini questi cittadini stranieri se dopo 10 ore di lavoro si riposano un po’ nella piazza davanti al comune? Perché non possono stare lì se non fanno nulla di male? Disturbano solo per il colore della loro pelle? Avrà, come ha richiesto, i dati sulla presenza di cittadini stranieri (forse li hanno già inviati oggi) anche se come le aveva comunicato l’ufficio anagrafe sono facilmente scaricabili sul sito Istat – dichiara Marini -. Avrà anche i dati sulle cessioni di fabbricato e sul controllo degli immobili (questi ultimi già da lei richiesti e a lei trasmessi dal nostro comandante). Il nostro impegno per vigilare sul sovraffollamento abitativo – tema che, come sa, perché ne abbiamo parlato nel penultimo Consiglio Comunale, è stato trattato anche all’ultimo tavolo della sicurezza e dell’ordine pubblico convocato dalla Prefettura – non si è fermato un attimo e proprio venerdì scorso insieme alla Asl abbiamo fatto un sopralluogo su una casa che non rispettava i requisiti igienico sanitari. Entro fine giugno entrerà in servizio finalmente un nuovo vigile e, se ci riusciamo, incrementeremo l’organico con un altro vigile nel periodo estivo. Con il personale a disposizione, che abbiamo recentemente deciso di implementare con una chiara scelta politica che ha un peso sul bilancio comunale, continueremo a fare i controlli che servono come fatto nel passato insieme alle altre forze dell’ordine locali”.

“Consigliera Amati, ha usato la parola ideologia dimostrando lei invece una visione tutta ideologica, chiusa e parziale del fenomeno, che non tiene conto della complessità dei tempi che stiamo vivendo e che non si addice a chi invece ha l’obbligo di amministrare giorno per giorno la cosa pubblica con senso di realtà. Sono invece disponibile ad accettare qualsiasi suggerimento concreto e a confrontarmi con lei, anche pubblicamente, ma sappia che la sicurezza di una comunità passa dall’integrazione e non dalla separazione. Sappia infine che sono sinceramente attento alle preoccupazioni di tanti cittadini che soffrono una situazione di disagio per un cambiamento della nostra società che è stato tanto inedito quanto repentino, ma chiedo loro di non far prevalere la paura. La conoscenza reciproca può aiutare ad essere meno diffidenti ma serve uno sforzo da parte di tutti, cittadini italiani, cittadini stranieri ed istituzioni. Le tante iniziative organizzate durante l’anno in collaborazione con l’associazionismo locale possono offrire momenti positivi di convivialità utili per accorciare le distanze. Chiedo ai cittadini stranieri di partecipare senza timidezza. Una molto bella, Vulcano di Birra, si terrà proprio in questo fine settimana, siete tutti invitati”.

“C’è chi nel mondo sta costruendo muri. Il nuovo Papa Leone XIV nel suo primo discorso in San Pietro ha invece parlato della necessità di costruire ponti – conclude Marini -. Lei, consigliere Amati, da che parte sta?”.

Redazione
10 Giugno 2025 alle 15:18
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