
GROSSETO – Per un cane, rifletteteci bene, il problema principale ed essenziale è quello di avere un buon padrone! La sua educazione, il comportamento, le sue reazioni, in gran parte dipendono dagli insegnamenti impartiti dall’umano bipede e riconosciuto “capobranco”. Le stesse fisiologiche funzioni non sono escluse da regole ed abitudini date dal proprietario.
Le “popò” lasciate liberamente negli spazi verdi cittadini, lungo strade e marciapiedi, così come le incotennite gore di “pipì” formatesi negli angoli di palazzi, nei vani scala, fuori da bar e negozi, altro non sono che risultanze di una cattiva educazione di cui il cane è inconsapevole ed incolpevole portatore.
Eccolo allora “segnare” il suo territorio non nel rispetto, ma di fatto nel “dispetto” di chicchessia. Le stesse macchie di “pipì” presenti e dimenticate nei vari punti del nostro Palazzo Municipale assumono quasi segno di irriverenza, di offesa, di spregio alla sua storica vetustà e forse, più o meno inconsciamente, divengono pure allegorico segno di contrapposizione politica.
Si potrebbe scherzosamente essere indotti addirittura a politicizzare le specie canine: il “Pastore tedesco”, il “Dobermann”, il “Pit Bull” cani di Destra; il “Segugio”, il “Pastore maremmano”, lo “Spinone” di Sinistra; mentre il “Barboncino” e il “Terrier” potrebbero rappresentare il Centro.
Sorridiamo pure, ma non dimentichiamo comunque che “pipì” e “popò” sono un po’ come il cuore: non si comandano. E dunque antichi loggiati, scalini di chiese, basamenti di monumenti, per un cane — se il suo “bipede” non possiede senso civico — ogni posto va bene ed è buono per la propria bisogna!
Forse, chissà, sarebbe il caso di indire corsi di comportamento per possessori di cani, vincolando tale condizione al superamento di un esame, con conseguente rilascio di apposito patentino!? Magari prevedendo, come per la patente di guida, anche punti da togliere in caso di inosservanze comportamentali.
Non esageriamo, non complichiamo le cose: per questo tipo di problema, basterebbe semplicemente un po’ di educazione e di… acqua in più. Per cui confidiamo!