
GROSSETO – Dai 15 ai 20mila reperti l’anno vengono analizzati e classificati all’interno del laboratorio di analisi degli stupefacenti dei Carabinieri di Grosseto. Una vera eccellenza maremmana. Il laboratorio che serve tre province: oltre a Grosseto anche Siena e Livorno. Qui giungono tutti i sequestri di droga di tutte le forze di polizia, non solo l’Arma, ma Polizia, Municipale, Penitenziaria e Finanza.
Quella che viene fatta è un’analisi sia qualitativa che quantitativa. E in caso di urgenza i tecnici impiegati nel laboratorio sono in grado di dare una risposta entro il giorno successivo.
Ovviamente un sequestro può contenere anche più dosi di differenti tipi di stupefacente, cosa che allunga inevitabilmente i tempi.
Più reperti ci sono, più campionamenti vengono fatti, il tutto seguendo il protocollo dell’ente europeo Enfsi (la Rete europea degli istituti di scienze forensi).
Sequestri penali e amministrativi (ossia la singola dose, o una piccola quantità di droga). Un carico di lavoro importante. Qui si processano, analizzano, e riconoscono tutte le sostanze stupefacenti catalogate e inserite nelle tabelle delle sostanze stupefacenti previste dal testo unico sulla legge sugli stupefacenti. «Siamo in grado di accertare la qualità – afferma il luogotenente Antonio Gaita – . Per qualità si intende il tipo di droga: è un accertamento qualitativo che viene fatto con un macchinario, e poi la quantità, cioè il titolo, la purezza della sostanza stupefacente, la percentuale, per cui quando si sente dire “sequestrati 10 kg di cocaina pura”, quella purezza va determinata da un accertamento tecnico».
Il lavoro maggiore, anche per motivi demografici, viene dalle province di Grosseto e Livorno. Inoltre spesso si tratta di sequestri alle singole persone che sovente hanno più tipologie di droga con sé. Molti sequestri non sono penali ma amministrativi, ossia riguardano piccole quantità, anche se spesso da questi sequestri partono indagini più complesse.
Le indagini nell’estate hanno portato a molti sequestri importanti anche grazie alla collaborazione con lo squadrone carabinieri eliportato “Cacciatori di Calabria”, collaborazione che ha portato a sequestri nei boschi della Maremma e allo smantellamento dei bivacchi di spaccio.
Ma come sono cambiate negli anni le sostanze usate dagli assuntori: «Il tipo di sostanze, a parte qualche ingresso delle cosiddette designer drugs (tra queste le più pericolose attualmente da qualche decennio sono i cannabinoidi sintetici, che hanno un’attività psicoattiva decisamente superiore, più pericolosa rispetto ai cannabinoidi), la qualità è decisamente migliorata. Migliorata significa che soprattutto per quanto riguarda i derivati della cannabis, hashish e marijuana, sono molto più forti. il principio attivo è quadruplicato rispetto a 20 anni fa. All’epoca quando stava al 15% si diceva fosse buona ora si trovano anche al 40-50%, ragion per cui l’attività psicoattiva della cosiddetta droga leggera è molto importante».