
MONTE ARGENTARIO – “Lo svolgimento dell’assemblea generale dell’Aipe, tenutasi il 9 aprile, rappresenta un momento cruciale di confronto tra cittadini, attività commerciali e amministrazione locale. La presenza delle autorità e la discussione su temi strategici come la Ztl (Zona a traffico limitato) del paese evidenziano l’importanza di un dialogo trasparente e condiviso per la gestione del territorio”. Così inizia la critica del capogruppo di “Svolta… per l’Argentario” Marco Nieto all’Amministrazione comunale.
“Durante l’incontro – prosegue -, si è affrontato il discorso relativo alla chiusura di accesso al paese durante alcuni fine settimana di luglio, con una riserva: se le condizioni lo avessero richiesto, il paese sarebbe rimasto aperto, e si sarebbe mantenuto l’orario di chiusura per tutto il mese di agosto, dalle 18 alle 24. Questa proposta, che sembrava garantire una certa flessibilità, sarebbe dovuta essere confermata in base alle esigenze reali della comunità e delle attività commerciali”.
“Tuttavia, con grande sorpresa e disappunto, si è assistito a un ribaltamento delle decisioni con l’emanazione dell’ordinanza 158 del 21 maggio 2025, che stabilisce la Ztl per tutti i fine settimana del mese di giugno, tutti i fine settimana di luglio e tutto agosto, senza che si parli di servizi che verranno messi a disposizione. Questa decisione, presa senza un’ulteriore coinvolgimento pubblico o una riapertura del dibattito, mette in discussione la coerenza e l’efficacia delle modalità di confronto avviate durante l’assemblea – prosegue Nieto -. La domanda che sorge spontanea è: quale senso hanno allora le assemblee con l’amministrazione per condividere le necessità del paese e delle attività commerciali? Se poi le decisioni vengono prese in modo unilaterale e vengono confermate o ribaltate senza un reale coinvolgimento dei soggetti interessati, si rischia di minare la fiducia e la partecipazione civica, elementi fondamentali per una gestione condivisa del territorio”.
“In conclusione, l’assemblea del 9 aprile avrebbe dovuto rappresentare un’occasione di ascolto e di accordo, ma l’emanazione dell’ordinanza senza un ulteriore confronto dimostra come, spesso, le promesse di dialogo si traducano in decisioni imposte dall’alto”.