
L’azione dell’Arma si è rafforzata sul territorio anche grazie alla sinergia con i comandi locali, le soprintendenze e l’impiego di tecnologie avanzate. In tutto sono state 57 le persone denunciate, 764 i reperti archeologici recuperati e ben 70 le opere d’arte contemporanea sequestrate per contraffazione. Le verifiche hanno coinvolto 174 esercizi antiquariali e 16 mercati e fiere di settore, inclusi punti di interesse anche nella Maremma.
Spicca tra i recuperi un trittico del XV secolo rubato nel 1970 e riconsegnato alla chiesa di San Giovanni Battista ad Arrone. A riportarlo alla luce è stata la segnalazione di un erede che, ignaro della sua provenienza illecita, si è rivolto ai Carabinieri per una verifica. Importante anche il ritrovamento di un medaglione marmoreo raffigurante Federico da Montefeltro, rimosso tempo addietro dalla facciata di una villa fiorentina e finito in vendita online.
Non mancano episodi di traffici illeciti internazionali: dieci reperti archeologici, appartenenti al patrimonio culturale turco e trovati in una collezione privata in Toscana, sono stati restituiti grazie alla collaborazione con l’ambasciata della Turchia. Analoga sorte per altri 84 oggetti risalenti fino al VII secolo a.C., rinvenuti all’interno di un immobile tra Pisa e Livorno e risultati privi di documentazione legale.
Un’indagine di tre anni, avviata dopo la scomparsa di un prezioso volume del 1542 da una residenza fiorentina, ha permesso infine il recupero di oltre 600 opere rubate a nobili famiglie locali, molte delle quali rivendute anche all’estero. Tra le opere figurano ceramiche Ginori, porcellane Meissen e dipinti firmati, tra cui un’opera attribuita a Giovanni Fattori.
Questi risultati confermano l’importanza della vigilanza culturale anche in aree come la Maremma, ricca di siti archeologici e dimore storiche. I Carabinieri TPC, con il sostegno delle istituzioni locali, continuano a garantire sicurezza al patrimonio culturale toscano, cuore identitario della nostra storia.