
FOLLONICA – Il caso Impruneta è finito tra i banchi di Montecitorio. Quello che è accaduto durante l’ultimo consiglio comunale nella cittadina in provincia di Firenze è arrivato alla Camera dei Deputati con un intervento dell’onorevole Francesco Michelotti, deputato di Fratelli d’Italia che in aula ha chiesto le dimissioni del segretario generale Vincenzo Del Regno.
Una vicenda che nei giorni scorsi era rimbalzata sui social anche a Follonica tanto che proprio Del Regno aveva replicato con un video su Tik Tok. Da allora, passati pochi giorni, il “caso Impruneta” ha varcato i confini della Toscana per arrivare a Roma e anche questa volta ha suscitato una serie di reazioni anche nel Golfo.
Ecco l’intervento dell’onorevole Michelotti.
«Qualche giorno fa, il 29 aprile scorso, nel Consiglio comunale di Impruneta, comune in provincia di Firenze, si sono verificati gravissimi fatti volti a silenziare i consiglieri di opposizione Matteo Zoppini e Gabriele Franchi. Quest’ultimo colpevole, secondo la maggioranza di centro-sinistra, di non aver menzionato e apostrofato la Presidente del Consiglio comunale, Cappelletti, con l’appellativo di Presidente. Per questo motivo, il Consigliere Franchi veniva dapprima privato della parola con il microfono che gli veniva strappato e poi, su ordine della stessa Presidente del Consiglio comunale e del Segretario generale Vincenzo Del Regno, veniva portato fuori dalla Polizia Municipale con l’uso della forza».
«I consiglieri comunali Zoppini e Franchi provavano a rientrare in aula consiliare, il consigliere Zoppini provava a porre una questione pregiudiziale sul rendiconto 2024, che è un atto molto importante legato all’ammancato preavviso previsto dall’articolo 227 del Testo Unico degli Enti Locali, ovvero i venti giorni di preavviso per consentire ai consiglieri comunali di visionare gli atti. Ebbene, gli veniva impedito anche di porre questa questione pregiudiziale. In sostanza, il Consiglio comunale a Impruneta, sia il Presidente del Consiglio comunale, sia il Segretario generale del Comune hanno silenziato e minato le prerogative dei consiglieri comunali. Peraltro il Segretario generale ha anche insultato pesantemente Zoppini e Franchi definendoli dei falliti, definendoli dei dissociati, e per questo riteniamo che il Segretario generale sia inadeguato al ruolo che ricopre e debba dimettersi domattina. Ma mentre avveniva – e concludo – tutto questo, mentre venivano minate le prerogative costituzionali, violata la rappresentatività degli elettori, violata la libertà individuale dei consiglieri comunali, la sinistra toscana stava zitta. Dov’è il Segretario Schlein? Dov’è il Partito Democratico su questi gravi fatti? Dov’è il Governatore Giani che magari fra l’inaugurazione di un presepe, il tuffo in Arno e una tartina potrebbe intervenire per tutelare i consiglieri comunali di opposizione e chiedere la dimissione del Presidente del Consiglio e del Segretario generale?».
Alle parole di Michelotti ha replicato il segretario generale Del Regno. «L’Onorevole Michelotti – spiega Del Regno – ha perso una grande occasione per stare zitto, perché questo suo intervento non fa onore al suo ruolo e alla sua professione. Prima di tutto, prima di chiedere le dimissioni mie e quelle della Presidente del Consiglio Comunale, dovrebbe chiedere le dimissioni dei suoi amici fascisti e amiche. Le chiede alla Santanché, alla Meloni, a Delmastro, alla Montaruli, addirittura condannato con sentenza passata in giudicato per reati gravi. Lui non ha nessun titolo per chiedere le mie dimissioni. Lui è un onorevole che deve pensare, se ci riesce, a casa sua e a tutti i guai che qualche sindaco e le amministrazioni di destra stanno facendo. Mi riferisco al caso Follonica».
«Per quanto riguarda la vicenda di Impruneta, è malinformato. Siccome lui è il burattinaio assieme a Donzelli di questi due personaggi da spettacolo, prima di sciacquarsi la bocca con i termini come “rispetto delle istituzioni”, della “democrazia”, “rappresentatività costituzionale”, deve sapere che questi due personaggi si rifiutano sulla base di loro considerazioni di chiamare la Presidente del Consiglio come tale e si rivolgono a lei con sberleffi, con sogghigni vari, chiamandola semplicemente consigliere, perché loro hanno deciso che non si può chiamare Presidente del Consiglio».
«Quindi – conclude Del Regno – questo grande macismo, questa grande misoginia che è il Dna di tutti voi fascisti, viene a galla ad ogni piè sospinto. Quindi quando si parla di rispetto delle istituzioni deve sapere, carissimo Onorevole, che lei sta difendendo delle persone che hanno violato costantemente il regolamento comunale ed è stato semplicemente applicato, non avendo nessun’altra cosa da dire o da fare, perché grazie ai suoi consigli legali tutte le battaglie che hanno fatto nei confronti miei le hanno perse tutte. Sì, ha capito bene, le hanno perse tutte. Lei continui a dargli consigli, ci divertiremo».