
GROSSETO – In questi mesi, grandi imprenditori, ex imprenditori, magnati e scienziati, si sono espressi sull’avvento dell’intelligenza artificiale. Tralasciando il motivo geopolitico di chi ha rilasciato le prime applicazioni per smartphone, scaricabili dagli store (la maggioranza sono gratuite), è nata una vera e propria guerra commerciale per l’aggiudicazione di fette di mercato ancora libere.
Proviamo a capire perché gli utenti stanno scaricando queste applicazioni e che uso ne fanno. Innanzitutto, il mercato ha fatto credere che queste applicazioni siano un’innovazione che porta cambiamenti radicali nella vita. Tante persone invece, hanno trovato un’opportunità imprenditoriale e personale molto allettante. Tanti, come me, seppur tecnologici, non la scaricano per principio, tanti altri ancora, non sanno nemmeno l’esistenza. Per questi ultimi ci sarà ovviamente la scoperta quando le applicazioni permetteranno l’utilizzo per gli utenti entry-level. Detto ciò, queste applicazioni, rispondono a delle richieste dell’utente in maniera (quasi sempre) precisa ma soprattutto veloce. Quindi, per fare un esempio pratico, se voglio sapere quando è stata fondata la repubblica delle banane, otterrò un risultato immediato e chiaro (provate a fare questa domanda e vedete cosa risponde l’intelligentona). Non solo!
In ambito aziendale, si possono automatizzare risposte e fornire un’assistenza adeguata agli utenti che cercano servizi o informazioni (ovviamente togliendo posti di lavoro). Le promesse che hanno fatto queste big tech company, sono appunto quelle di migliorare o addirittura risolvere problemi irrisolti fino ad ora anche in campi strategici come la medicina, l’ingegneria. Nessuno però, come ha detto un certo Gates Bill (il nome è Bill), famoso per la sua aziendina (ina ina) Microsoft, vuole accettare quello che sarà il nostro destino quotidiano: avere a che fare per la maggior parte del tempo con le macchine che, nel giro di pochissimi anni, ci sostituiranno in tutto e ci permetteranno di lavorare 2/3 giorni a settimana.
Sicuramente c’è chi esulta su questa previsione e spera che accada ma la medaglia è fatta da due facce: non è che le macchine sviluppano un’intelligenza talmente più grande della nostra che poi ci considereranno saremo intrusi su questo pianeta? La risposta secondo il buon Bill, è SÌ. Bill non è proprio l’ultimo arrivato e non è noto per rilasciare dichiarazioni false o senza alcun fine logico. Pensiamo…