
GROSSETO – La sezione grossetana dell’Anpi, “Carla Nespolo”, partecipa al Festival Resistente dal 25 al 26 aprile sulle mura di Grosseto, con un gazebo e con una segnaletica particolare. Sarà infatti esposto il finto cartello dedicato ad Almirante che lo definisce come “gerarca fascista, razzista”, un modo per rendere ancora più evidente il dissenso dell’associazione contro la scelta dell’Amministrazione comunale di intitolargli una via.
«In continuità con l’avvenuta consegna due anni fa al Prefetto di Grosseto dell’appello con oltre 2000 firme contro l’intitolazione della via, proseguono le iniziative rivolte alla sensibilizzazione della cittadinanza sulla gravità di dedicare un luogo pubblico ad un razzista e gerarca fascista impunito e mai pentito – afferma l’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Grosseto -. Le istituzioni repubblicane, nell’ottantesimo della Liberazione dall’occupazione armata nazifascista, hanno il dovere morale di non ignorare il testo dell’appello indirizzato al Ministro dell’Interno ed alla Presidenza del Consiglio firmato da migliaia di cittadine e cittadini e sottoscritto dalle realtà riunite dai comuni valori della Resistenza e dell’antifascismo, un appello che delineava chiaramente i contorni giuridici ed il quadro storico territoriale di tutte le motivazioni a sostegno del diniego del nullaosta, poi comunque concesso dalla prefettura nonostante l’assoluta e ferma contrarietà, espressa tramite il parere negativo, della Deputazione di Storia Patria per la Toscana composta da cento eminenti professori ed esperti di storia».
«Dati storici consolidati imputano infatti ad Almirante, tanto prima che dopo la Liberazione, un coinvolgimento in prima persona nella promozione o nel sostegno alla violenza squadrista – sottolinea Anpi -. Prima della Liberazione, sostenne apertamente tesi razziste e antisemite sul periodico “La difesa della razza”. Firmò inoltre personalmente nel 1944 quale dirigente della Repubblica Sociale, regime fantoccio al servizio degli occupanti tedeschi, un duro provvedimento collaborazionista con i nazisti, attraverso il quale gli “sbandati” e renitenti ad essere inquadrati nelle milizie repubblichine venivano espressamente minacciati e perseguiti con la morte tramite fucilazione alla schiena per tradimento. Un uomo che dopo la Liberazione non condannò mai il fascismo, facendo persino pervenire aiuti all’estero al terrorista Carlo Cicuttini, autore della ignobile strage di Peteano inquadrata nella strategia della tensione di matrice golpista, nella quale tre carabinieri rimasero uccisi ed altri due gravemente feriti».
«È dunque acclarato che l’adesione al fascismo di Almirante — spiega Daniela Castiglione, presidente della sezione “Carla Nespolo” —, la stessa persona a cui l’amministrazione del capoluogo maremmano ha voluto rendere omaggio, non fu un mero errore giovanile dovuto all’inesperienza e alla propaganda del regime, ma un chiaro e duraturo orientamento politico. Se la città di Grosseto deve avere l’ignominia di una via dedicata ad un “orgoglioso” razzista e gerarca fascista, allora che si abbia il coraggio di scriverlo a chiare lettere nella segnaletica stradale che deve essere ancora apposta. Se vogliono noi dell’Anpi l’abbiamo già pronta e la stessa, in questi giorni dedicati all’ottantesima ricorrenza della Liberazione, sarà anche esposta pubblicamente presso il nostro gazebo presente fino a sabato 26 aprile al Festival Resistente sulle mura medicee nella zona del cinghialino presso il Bastione Molino a Vento».
Per avere maggiori informazioni riguardo la campagna informativa sulla contestualizzazione storica del fascista Almirante e su tutte le altre iniziative organizzate della Sezione “Carla Nespolo” dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è possibile contattarla mediante l’indirizzo email “[email protected]” o visitando la pagina social “www.Facebook.com/GrossetoANPI“.