
SCANSANO – Si è svolto nel pomeriggio di sabato 5 aprile presso lo spazio verde antistante le ex scuole di Baccinello, l’inaugurazione del Giardino della Legalità realizzato da Auser Scansano Odv Ets in collaborazione con l’amministrazione comunale di Scansano, Agende Borsellino Grosseto gruppo Peppino Impastato e la Pro Loco di Baccinello. Il terzo in ordine di tempo a cui ne seguiranno altri nelle altre frazioni del Comune.
L’evento è stato condotto dal giornalista Carlo Sestini che ha coordinato i vari interventi succedutesi durante il pomeriggio alla presenza della sindaca di Scansano Maria Bice Ginesi e del vicesindaco Matteo Ceriola che hanno portato i saluti dell’amministrazione comunale. A seguire si sono alternati gli interventi del presidente di Auser Scansano Odv Ets Carlo Pellegrini, del presidente territoriale di Auser Grosseto Franco Miglianti, di Marzia Maestrello del gruppo Peppino Impastato di Grosseto del Movimento Agende Rosse, da Maurizio Pascucci in rappresentanza della Fondazione Caponnetto.
Ospite d’onore è stata Piera Aiello testimone di giustizia e cognata di Rita Atria. Rita, figlia di un boss mafioso e collaboratice di giustizia con il giudice Paolo Borsellino. Dopo l’attentato via D’Amelio del 1992, non resse al dolore e si tolse la vita a 17 anni.
E proprio a Rita Atria è stato dedicato il Giardino della Legalità nella frazione mineraria ed uno dei melograni messi a dimora nello spazio antistante le ex scuole. Gli altri melograni collocati nel medesimo spazio sono stati dedicati ad Antonio Spartà e ai suoi figli Pietro Vincenzo e Salvatore, uccisi nel loro ovile a Randazzo per essersi rifiutati di pagare il pizzo. Un altro melograno sarà dedicato a Peppino Impastato, il giovane giornalista e attivista di Cinisi, che con la sua Radio Aut denunciava con coraggio e ironia i crimini dei boss mafiosi, pur provenendo da una famiglia collusa. La sua voce, assassinata il 9 maggio 1978 da Cosa Nostra, continua a risuonare in ogni battaglia civile contro la mafia. Ed infine a Francesca Morvillo, magistrata e moglie di Giovanni Falcone, uccisa insieme a lui nella strage di Capaci il 23 maggio 1992.
Oltre ai melograni, è stata messa a dimora una ginestra a ricordo delle vittime della strage di Portella della Ginestra, primo massacro dell’Italia repubblicana. Una ferita ancora aperta, che ci ricorda quanto la lotta per la giustizia sia stata, e sia ancora, attraversata da sangue innocente.
A seguire l’intitolazione del giardino della legalità, l’evento è proseguito con un rinfresco con prodotti provenienti dalle terre liberate dalle mafie, segno concreto che un’alternativa è possibile e con la mostra “1, 10…100 Agende Rosse”, realizzata e curata dal Gruppo Peppino Impastato di Grosseto.
Inoltre, grazie all’associazione La Miniera è stato possibile per i presenti visitare gratuitamente il Museo della Miniera e ammirare la mostra.