
MASSA MARITTIMA – «Questo progetto è come un ponte tra noi e le persone là fuori, specialmente le nuove generazioni».
Sono queste le parole di Luigi, detenuto nel carcere di Massa Marittima che ha partecipato al progetto “Arte senza confini tra rinascita e speranza”, un laboratorio artistico inclusivo ideato e promosso dall’associazione Operazione Cuore.
Questa mattina, 10 aprile, in occasione dell’inaugurazione del murale, realizzato dai detenuti insieme agli studenti dell’istituto scolastico “Carducci-Volta-Pacinotti” di Piombino, l’importanza del progetto si percepisce soprattutto nello sguardo di chi ha partecipato alla realizzazione del murale, un simbolo di inclusione, rinascita e speranza. A dirigere il laboratorio sono stati gli artisti Alice Mazzilli e Marco Milaneschi dell’Edf Crew.
Il murale
L’opera realizzata ha in centro una scala, la metafora di un percorso verso una porta, una nuova esistenza. La porta è aperta e offre la possibilità di entrare in un mondo quasi fiabesco, con la libertà di scegliere se rimanervi o meno, in base alle azioni nel mondo esterno. Il concetto della porta aperta infatti tiene conto del fatto che molti ritornano al punto di partenza per la difficoltà di ricostruire la propria vita una volta usciti dal carcere.
I detenuti hanno voluto inserire anche il disegno di una minuscola lumaca che per loro simboleggia la lentezza della giustizia.

L’arte come strumento di dialogo e integrazione
«I detenuti accolgono sempre con tanto entusiasmo il progetto – spiega Laura Romeo, presidente di Operazione Cuore che per la terza volta ha portato un laboratorio artistico all’interno del carcere di Massa Marittima -. Inizialmente sono sempre molto riservati e timorosi, poi tutto si trasforma in un coinvolgimento molto forte».
Non solo per i detenuti, ma anche per gli studenti il progetto rappresenta un’esperienza intensa. Dopo quattro giorni insieme ai detenuti a realizzare il murale, i ragazzi ammettono di avere una visione del mondo un po’ diversa rispetto a qualche giorno prima. «Per noi – dice la studentessa Alice Gorini – la libertà è una cosa del tutto scontata, invece per loro è un bene inestimabile».
Il progetto è stato fortemente voluto dalla direttrice della casa circondariale, Maria Cristina Morrone e dalla responsabile dell’area trattamentale, Marilena Rinaldi, che da tempo collaborano con l’associazione. «Con questo progetto – afferma Martina Carducci, direttrice reggente – i detenuti si trovano, non solo ad affrontare un percorso di crescita personale e di acquisizione di competenze attraverso la creatività, ma è anche un percorso in sinergia e in coordinamento con attori esterni, in questo caso con gli studenti e docenti. Questo rappresenta un’esperienza di condivisione e di apertura al mondo esterno e contemporaneamente avvicina il mondo esterno alla realtà detentiva. È un concetto molto importante per noi».
Presente all’inaugurazione anche la sindaca di Massa Marittima, Irene Marconi. «È una bella storia quella che stiamo scrivendo sui muri del carcere, grazie alla collaborazione con le scuole, gli artisti e le associazioni che prestano servizio all’interno della struttura perché sia il possibile aperto al territorio con momenti di integrazione ma anche opportunità di recupero».