
FOLLONICA – «Con il nuovo regolamento della commissione Pari opportunità, l’amministrazione comunale ha scelto di compiere un clamoroso passo indietro nel contrasto alla violenza contro le donne. Un atto sconcertante e gravissimo: il centro antiviolenza “Olympia de Gouges” è stato eliminato come componente di diritto della commissione, decisione che segna un ritorno al passato, cancellando quattordici anni di conquiste e impegno concreto sul territorio».
I gruppi consiliari di opposizione Partito Democratico, Follonica a Sinistra e Andrea Pecorini sindaco tornano a parlare della nuova commissioni Pari opportunità.
«Il sindaco, per compattare la sua maggioranza e chiedere fedeltà politica, ha scelto di sacrificare uno dei presidi più autorevoli e competenti nella lotta alla violenza di genere. La posta in gioco, ancora una volta, non sono i diritti, non è la sicurezza delle donne, ma il mantenimento degli equilibri interni al potere. Non si può parlare di pari opportunità senza ascoltare chi ogni giorno combatte contro la violenza, la discriminazione, la paura».
«A rendere tutto ancora più preoccupante è l’impostazione culturale e politica dell’assessora Goti, che sembra confondere – nel merito e nel metodo – la politiche di genere con il contrasto alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. A ciò si aggiunge un ulteriore elemento di lottizzazione politica: l’assessora ha deciso di limitare il numero delle componenti della commissione a 15, che verranno nominate dai consiglieri e dalle consigliere comunali. Questo significa trasformare uno spazio che dovrebbe essere autonomo, plurale e competente, in un organo politicizzato, piegato alle logiche di partito e privo dell’indipendenza necessaria per affrontare temi così delicati».
«La nostra città arretra. E lo fa nel silenzio assordante di chi, nell’istituzione comunale, dovrebbe difendere le donne e invece sceglie il compromesso. Non ritenere che la voce del centro antiviolenza sia imprescindibile per la commissione significa escludere chi conosce a fondo il fenomeno, chi lavora sul campo, chi assiste le vittime. Un regolamento può sembrare un atto tecnico, ma questa è una scelta politica. Grave. Regressiva. Ingiustificabile».
«Abbiamo chiesto in consiglio che questa decisione venisse immediatamente rivista, ma la maggioranza ha votato compattamente contro il nostro emendamento. Chiediamo rispetto per il lavoro del Centro Olympia de Gouges e per tutte le donne che ogni giorno affrontano il coraggio di denunciare. Chiediamo che la lotta alla violenza di genere torni ad essere una priorità vera, non un sacrificio da offrire sull’altare degli equilibri di maggioranza».